1001. possiamo dire che l’arte nasce dalla sofferenza?

Molti artisti soffrono parecchio ed opere d’arte profonde emergono da essi. Certo l’arte è espressione della Verità, possiamo per questo dire che l’arte nasce dalla sofferenza?

Esaminiamo prima la domanda, da quale livello nasce?

Sicuramente dalla dualità. L’arte è espressione dell’armonia e dove c’è armonia non vi sono parole né altri tipi di dualità. Perciò attraverso l’armonia delle parole ottieni l’armonia che è oltre e che è la tua vera natura. L’arte è l’espressione di quell’armonia.

In altre parole, guarda la domanda soggettivamente e scopri la tua relazione con essa cercando di risolverla a quel livello. Allora scoprirai che al tuo livello la domanda non si pone nemmeno. Solo questa è la soluzione ultima a tutte queste domande. Avvicinati a ogni domanda in questa maniera.

Discordia e armonia sono entrambe legate soltanto a te e non luna all’altra. Se vai in una qualsiasi di esse e vi rimani ‘solo’, cessa di essere ciò che viene etichettato dalle parole e diventa la Verità stessa.

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Commento di Sergio

Tutte le domande e i problemi che vengono sollevati sul mondo e la vita nascono dalla dualità persona-mondo. Ma quando si sale al livello della Verità, non c’è né persone né mondo: solo il sublime Sé o Principio-Io! Perciò tutte queste domande e problemi non si pongono nemmeno, né c’è un ente che li possa immaginare. Quando i visitatori chiedevano a Sri Ramana come risolvere i problemi del mondo, Bhagavan rispondeva quasi immancabilmente: “Realizzate il Sé e lo saprete”.

Recentemente un’aspirante avanzato mi ha scritto di aver scoperto delle parti inconsce della sua mente e di aver cominciato un training psicologico per purificarle. Non ho detto niente perché non ha chiesto il mio parere, ma non sono d’accordo, si tratta di un errore madornale! Quando l’aspirante giunge ad avere un flusso ininterrotto di attenzione che si versa nel Sé per non brevi periodi (almeno 20’ – mezz’ora), e quando esce dal Sé è in grado di rientrarvi immediatamente*, lavorare sulla mente per purificarla è una madornale retrocessione: si sta scendendo dal Sé alla mente, cioè dalla Verità all’irrealtà. Se l’aspirante manifesta tale desiderio significa che è ancora identificato con la mente. Quando siete nel Sé, vi sono parti inconsce che vi condizionano? C’è solo il Conscio supremo e totale. Si potrebbe obbiettare che quell’aspirante non è completamente realizzato e quindi quando è nel Sé non subisce la mente inconscia ma tornando persona ne è condizionato. È vero, ma al livello che ho detto è un nonsenso andare ad occuparsi della mente; egli dovrebbe anelare a restare sempre nel Sé. “Night and day you are the One”, parafrasando il grande Frank…

* Questo era il livello che Yogeshwar, prima di conoscere Kripalu, chiamava ‘stabile’, ma ovviamente il livello stabile è che non esci più dal Sé.