tempo e fatica

Ho cercato di spiegare le esperienze che si incontrano sulla via a beneficio degli aspiranti meritevoli. Difficilmente troverete in giro le cose che sono scritte in ‘fine di un io’ (https://www.itisnotreal.net/fine-di-un-io). A molti sembrerà un post come un altro, ma per l’aspirante avanzato è un nettare: lo predisporrà a quell’esperienza se non l’ha ancora avuta, e gliela farà comprendere subito se l’ha già avuta, risparmiando tempo e fatica a cercare di rendersi conto di cosa sta Continua a leggere →

perdermi finalmente

Aspirante: — Sto trovando duro guardarmi, stanno emergendo tutte le mie caratteristiche peggiori, portandosi dietro meccanismi già visti e una discreta difficoltà a fare le cose del quotidiano. Spesso i meccanismi hanno il sopravvento e perdo il contatto; lo ricerco per riperderlo poco dopo. Ieri sera quando mi sono seduta a meditare (i soliti dieci minuti...), mi sono vista all’inizio di un Ritiro, alla prima diade. Mi veniva dato il koan ‘stai nel Sé’, chiudevo gli occhi, percorrevo Continua a leggere →

fine di un io

La Grazia è il silenzio della non-mente, che è anche non-azione e anche asoggettualità. Non appena mi introverto c’è consapevolezza del Sé. Ma dopo un po’ non c’è più consapevolezza del soggetto percipiente: c’è solo pace e silenzio, nessuna domande, nessuno che le ponga, neanche l’idea… e tutto scorre. L’onda si è dissolta nell’Oceano. Nessuna onda, solo Oceano! Poiché ho imparato a riconoscere che quella è la verità, non la mente o avere un io, non mi sposto. Continua a leggere →

abbandono

Bhagavan a un discepolo: — Non dovresti elaborare dei piani per ottenere qualcosa; ma ciò non significa non gioie di quanto viene spontaneamente. Discepolo: — Intendete che se qualcosa viene da sé, senza essere stata pianificata o cercata, allora potrò gioire senza temere delle conseguenze negative? Bhagavan: — No, non è così; ogni azione ha delle conseguenze. Se qualcosa viene da sola a causa del prarabdha (il karma che si manifesta nel momento presente), non ci si può far niente. Continua a leggere →

l’abbandono continua anche dopo la realizzazione?

— L’abbandono continua anche dopo la realizzazione? — La realizzazione è abbandono! L’aspirante vede la Grazia, che è il Sé, e si abbandona completamente alla Grazia. Fino a perdere cognizione del mondo… Ma anche quando i suoi sensi sono attivi e percepisce il mondo, egli è inattivo abbandonato alla Grazia; se qualcosa agisce è la Grazia, non lui. Diventare il Sé altro non significa che essere totalmente abbandonati alla Grazia. — Come si fa ad abbandonarsi? — Devi Continua a leggere →

joy and pain

Se vuoi la liberazione non puoi pensare di dipendere da piacere e dolore. Devi andare oltre il dispiacere personale, altrimenti dov’è l’abbandono al Divino?

Se ti abbandoni a temere il dolore e volere il piacere la tua attenzione sarà sempre impegnata a cercare di star bene e le resterà poco tempo per dimorare nel Sé.

condizioni di gioco

— Ci può essere il ‘gioco’ di fare il Guru? — Certamente. Il solo considerare che esistono ‘altri’ pone automaticamente in una condizione di gioco, qualsiasi esso sia. Quando vedi solo il Sé allora non c’è più condizione di gioco e la mente si ferma, diventa silenziosa. È questo che trasmette il Darshan, il silenzio: sei già realizzato non hai bisogno di niente, e l’altro realizza… — E come fa un insegnante spirituale a sapere di non essere in una condizione di gioco? — Continua a leggere →

molla i tuoi averi al Divino

— Mi sembra di avere fatto un salto indietro di 6 o 7 anni, di fondo sto ritrovando lo stare male di allora, anche se più attutito. Inquietudine, a volte forte, improvvisa e senza alcuna ragione. La sensazione di non essere capace a trascorrere la giornata, che le cose mi scivolino addosso senza che io riesca a starci dentro; di essere vissuta, più che vivere. Di nuovo la rabbia per come sono andate le cose... Cerco di non bloccare niente, ma a volte me ne scordo e si innescano meccanismi difensivi Continua a leggere →

l’amore di essere testimone

La rinuncia ultima è la rinuncia alla mente, le altre sono rinunce relative. Ci si arriva con il rigore di essere testimone. Una pratica che può essere assai ardua e austera all’inizio, ma che vi consegna alla libertà: rimanere nel testimone silenzioso, che ha solo occhi e nessun giudizio, senza essere assorbiti dal film… Impossibile farlo senza amore e fede nella verità e nei Maestri. Quando Ulisse sbarcò nell’isola di Circe, la maga offrì loro una pozione magica che trasformo Continua a leggere →