Dio è colui che vede – 3

Dio è Colui che vede, il Percipiente. Perciò dovrebbe essere ciò che di più caro avete. Se invece esistono cose a voi più care: se sono tante, il Percipiente verrà occultato e vi identificherete inconsapevolmente con varie identità mentali; se sono poche, allora potrete essere ‘Shiva il Percipiente’ solo quando queste cose non appaiono nella vostra coscienza, mentre quando appaiono sarete una qualche identità mentale impermanente. Continua a leggere →

Dio è colui che vede – 2

Dio è colui che vede, il Percipiente. La tecnica dell’autoindagine insegnata da Sri Ramana è il cosiddetto questioning: “Chi sta avendo questo pensiero? Chi vive questa emozione? A chi sta capitando questo evento?”. Ciò porta l’attenzione al Percipiente, cioè a Dio, invece che al personaggio del sogno di Maya. La consapevolezza di essere il Percipiente si sviluppa molto bene nell’aprirsi e aprirsi del lasciare andare le impressioni che appaiono. Quando Chi vede, il Percipiente, diventa Continua a leggere →

Dio è colui che vede

Dio è colui che vede, il Percipiente. Non è completamente esatto, ma è assolutamente esatto finché c’è la mente; finché, cioè, c’è qualcosa da vedere. Dopo è autoconsapevolezza. Durante il giorno porta costantemente l’attenzione a Chi percepisce e sii consapevole che TU sei Quello, e non la persona che agisce e che sperimenta varie situazioni. Vigila di essere consapevole di Chi percepisce. Se non lo sei, sei nella mente. Questo è Shiva, Il Brahman, L’Assoluto.  Continua a leggere →

il mio Guru

Il mio Guru è ed è stato Dio, che è apparso nella mia vita in vari modi e sotto varie forme per comunicare con me secondo il livello di consapevolezza che avevo in quel momento. La vera e propria istruzione spirituale l’ho ricevuta da quattro Maestri dell’Advaita Vedanta: Adi Shankara, Vasistha, Ramana Maharshi e Atmananda (Krishna Menon). Non so chi preferire dei quattro, nel mio cuore li vivo come un’unità. Devo anche tanto a Jnaneshwar e a Lester Levenson per avermi dato la comprensione Continua a leggere →

è tutto questo in questa forma di silenzio

Caro Sergio, in questi giorni colgo in particolare la parola Silenzio in riferimento al Sé. C’è il bellissimo capitolo del libro di Bernadette Roberts, “La Mente Silenziosa”, nel quale mi sembra di riconoscere un po’ quello che colgo. Non parlo del silenzio come assenza assoluta di rumori, o come assenza di qualcosa, e nemmeno come profondità, parlo di un silenzio che sta sullo sfondo di tutto quello che c’è, compreso anche il chiacchiericcio dei pensieri e tutto quello che la coscienza Continua a leggere →

tu consideri che esistano tre categorie

Tu consideri che esistano tre categorie: il Sé, il tuo corpo e il mondo. Questo alimenta un bel po’ l’illusione e la mente. Devi giungere a vedere che il corpo e il mondo sono fatti della stessa essenza immateriale, vacua e silente del Sé. Allora non avrai più distrazioni e non assumerai identità diverse a seconda dell’occasione. Rimarrai nel Sé, nel Silenzio, anche quando il tuo corpo opera nel mondo, stando nel mondo senza esserne figlio. Continua a leggere →