alcuni aspiranti riescono a compiere l’ultimo sforzo verso la liberazione, mentre altri no. la ragione esaminata dal punto di vista delle qualità spirituali

Il Sé è oltre le qualità, ma per ottenere la Liberazione l’aspirante deve avere delle doti. Queste sono tutte volte a silenziare la mente e a favorire l’abbandono al Vero Io impersonale. Le principali sono: amore e devozione, umiltà, abbandono al Divino, fede in Dio e negli insegnamenti degli Acharya. In Aparokshanubhuti (Autorealizzazione), Adi Shankaracharya elenca le qualità che dovrebbe avere un aspirante alla Liberazione: 2. Qui si espone il mezzo per raggiungere l’Aparokshanubhuti Continua a leggere →

ulteriori indicazioni su come compiere l’ultimo sforzo

G. — “Non val la pena vivere in questo modo”. Oggi è apparso ancora questo pensiero, ed ho cercato di sostituirlo con “è meglio entrare nel waking sleep”. C’è ancora una parte di me che vorrebbe vivere sempre libera, un po’ come gli hippies degli anni passati. Sergio — Come l’oro che viene visto come orecchino, allo stesso modo il Sé viene visto come io-persona. Per discriminare tra Realtà e illusione, affidati al Principio “Solo ciò che è Permanente esiste. Ciò Continua a leggere →

quelli che si ritirano prima di compiere l’ultimo passo per la liberazione

L’ho visto fare più volte. L’aspirante viene da me che soffre, ha problemi di tutti i tipi, e non ce la fa più a stare nel mare di Maya. Allora si impegna, lavoriamo sodo, cominciamo a scardinare i contenuti della mente che man mano appare sempre meno granitica. Lui o lei comincia ad avere esperienze dirette del Sé, conosce la beatitudine, la sua identità con la persona mortale si allenta e questo lo rende ancora più capace di dissolvere la mente, a volte anche con un solo sguardo. Ad ogni Continua a leggere →

il sonno con consapevolezza

Ramana Maharshi, Spiritual Instruction, Capitolo 3: 1. Che cos’è la luce della coscienza? È l’autoluminosa [e illuminante] esistenza-coscienza che rivela al veggente i mondi interiori ed esteriori dei nomi e delle forme. Essa può essere intuita dagli oggetti che sono da essa illuminati, ma non diventa l’oggetto della coscienza. 2. Che cos’è la conoscenza (vijnana)? È il tranquillo stato di esistenza-coscienza che è sperimentato dall’aspirante e che è come l’oceano senza Continua a leggere →

il fine delle due vie di bhakti e jnana è uno e il medesimo

Ramana Maharshi, Spiritual Instruction, Capitolo 1 10. Qual è il fine della via della conoscenza (Jnana) o via del Vedanta? È di conoscere la verità che l’io non è diverso dal Signore (Isvara) ed essere liberi dal sentire di essere l’agente (kartrtva, ahamkara). 11. Si può dire che il fine di entrambe queste vie sia lo stesso? Qualsiasi sia il mezzo, la distruzione del senso dell’ ‘io’ e del ‘mio’ è la meta. Ed essendo essi interdipendenti, la distruzione di uno dei Continua a leggere →

Tutto è realizzato in Sé stesso. Tutto, seppur diverso, è simile

L’Unione nell’Amore Originario è il Sé. Quale perfezione assume la Coscienza della forma (il mondo) in quell’Unico Amore, dove tutto è indistinto e immutabile. Quale commozione, quale Grazia! Io Sono le circostanze ‘esterne’. Quali che siano non impediscono l’Ascolto del Sé perché da Esso permeate. Lo sguardo della Mente senza movimenti realizza il Sé e ‘vede’ come Reale e indifferenziato ciò che sembrava separato. La stessa illusione della separazione è Continua a leggere →

acharya

Ieri guardavo l’indice della Raccolta di Opera di Ramana Maharshi. È monumentale. È in inglese, “The Collected Works of Sri Ramana Maharshi”, ma acquistandola in digitale la si può tradurre con Google Transletor, che ormai è molto buono. Non sarà un italiano perfetto, ma si capisce. Voglio mostravi l’indice: Prefazione PARTE PRIMA: OPERE ORIGINALI PROSA 1. L’Autoindagine 2. Chi sono? 3. Insegnamenti Spirituali POESIE 4. Cinque inni ad Arunachala A Sri Ganesa Significato Continua a leggere →

quando si realizza il Sé anche il mondo diviene il Sé – una testimonianza

Integrare la realtà del mondo illusorio e riconoscerla come Sé è stato un passaggio fondamentale. Finché ‘Chi Sono Io’ rimane un’esperienza straordinaria, occasionale, da ricordare con anelito ma anche con rimpianto e desiderio, tutto questo allontana dal ‘qui e ora’, impedendo la stabilità. Qui entra in gioco l’umiltà di riconoscere ‘normale’ ciò che l’ego vorrebbe identificare come straordinario e speciale. Eppure tutto è parte del ‘Chi Sono Io’, incluso i movimenti Continua a leggere →

quando si realizza il Sé anche il mondo diventa Sé

Adi Shankaracharya “Aparokshanubhuti” Istruzioni per la Realizzazione 53. Quando la dualità appare attraverso l’ignoranza, si vedono altri; ma quando tutto viene identificato con l’Atman, non si percepiscono per niente altri. 54. Nello stato in cui si identifica tutto con l’Atman, non sorge né delusione né dolore, e di conseguenza non c’è dualità. 55. La Shruti, per bocca di Brihadaranyaka, afferma che questo Atman, che è il Sé di tutti, è in verità il Brahman. 56. Continua a leggere →