non ci si rende conto

Non ci si rende conto di quanto sia immenso il dolore di essere separato. Non ce ne si rende conto perché per sostenere l’angoscia si ricorre alle esaltazioni dell’ego e a un continuo flusso di pensieri che servono per attutire il dolore. Entrambi sono dopanti, come assumere cocaina per sopportare una condizione altrimenti intollerabile. Ma a un certo punto non funzionano più. Quando le cose vanno male, o si diventa vecchi e ci si avvicina alla dipartita, il dolore non può che emergere. Se Continua a leggere →

un preludio al samadhi

A chi lavora con me insegno il Metodo Silva; una volta appreso si è in grado di entrare in alfa in 3 secondi. Se lo si usa per fare miracoli o viaggi astrali ci si porta dietro anche un bell’ego; ma se si va solo nel rilassamento consapevole, diviene un abbandono oggettivo, una diminuzione di ego e separazione: a tutti gli effetti un sonno sveglio. Allora quell’apprendimento diventa un preludio per il samadhi. Io suggerivo loro di mettere una bella musica meditativa, di entrare in alfa e Continua a leggere →

l’io individuale è la causa di ogni dolore

Tutti i problemi sono creati dall’io individuale. I Grandi Acharya – come Shankara, Jnaneshwar, Ramana – dicono che il Brahman è un oceano di beatitudine, mentre alcuni insegnanti dicono che la beatitudine è ancora un fenomeno della mente. Lo dicono perché non hanno il samadhi. Hanno compreso tutto: di essere Pura Coscienza e l’illusorietà del mondo fenomenico, ma non esperiscono il dissolvimento dell’io individuale nel samadhi. Se non si dissolve l’io individuale nello stato Continua a leggere →

la coscienza è il Sé

Ramana Maharshi - dal discorso 482 [...] D.: La meditazione sarebbe facile se vi fosse un simbolo (pratikam), ma nella ricerca del Sé non vi è alcun simbolo. M.: Voi ammettete l’esistenza del Sé, potete allora indicare un simbolo e dire che è il Sé? Forse pensate che il corpo sia il Sé. Ma considerate il sonno profondo: voi esistete nel sonno profondo, quale simbolo c’è lì? Capite dunque che il Sé può essere realizzato senza simboli. [...] Dopo alcuni minuti il Maharshi Continua a leggere →

il concetto-specchio Dio

Tu devi poter sentire il Sé per poterlo lungamente contemplare. È astratto ma puoi sentirlo. Puoi sentire la Coscienza. Puoi sentire l’Essere. Puoi Sentire l’Io. Ma come puoi sentire Dio? Certamente sentirai qualcosa, ma quel qualcosa non è reale. Dio è un concetto-specchio su cui proietti il vero Te Divino. Poiché ti è troppo considerarti Divina, proietti il vero Te all’esterno nel concetto-specchio Dio. Se lo contempli lungamente avrai l’esperienza non duale “Io Sono Continua a leggere →

Ramana Maharshi sul karma e le interruzioni del flusso di consapevolezza

Discorso 628: Dopo il suo ritorno dall’Europa, il signor D. ebbe un colloquio privato con Sri Bhagavan per alcuni minuti. Disse che la sua precedente visita aveva prodotto qualche risultato, ma non quanto aveva sperato. Riusciva a concentrarsi sul suo lavoro. La concentrazione non è indispensabile per il progresso spirituale? Il karma (l’azione) lo attraeva perché lo aiutava a concentrarsi. Sri Bhagavan: Non c’è karma senza un karta (chi agisce). Se si cerca chi agisce questi scompare. Continua a leggere →

se sei Brahman tutto è Brahman

All’inizio della sadhana bisogna separare il Sé dal non-Sé. Ma una vola scoperto il Sé bisogna capire che tutto è il Sé, altrimenti non si otterrà la stabilità. Sri Ramana Maharshi - Discorso 2: Qualcuno chiese chiarimenti sulla natura della percezione. M.: Qualunque sia lo stato in cui ci si trova, le percezioni partecipano di quello stato. La spiegazione è che nello stato di veglia (jagrat) il corpo fisico percepisce nomi e forme fisiche; in swapna (lo stato di sogno) il corpo Continua a leggere →

la vita dev’essere integrata, deve diventare anch’essa Dio

— Ho scoperto che cercando la non-dualità finivo per demonizzare la dualità... e questo non fa crescere. — Tocchi un nodo cruciale! La vita (il mondo relativo) dev’essere integrata, deve diventare anch’essa Sé, Dio, altrimenti il sadhaka avanzato si troverà a vivere un vero è proprio ‘calvario’. Egli ha accesso a stati rarefatti, conosce il Sé, ma dopo ogni assorbimento in Dio, inevitabilmente il mondo gli riappare. Allora, se ha qualche contrarietà verso il mondo, decadrà Continua a leggere →

perché l’aspirante spirituale è spesso incline a ritirarsi dall’azione?

L’ego, esprimendo naturalmente egoismo, è in sé non etico. Ciò non significa necessariamente che si debba giungere ad abdicare anche ai propri valori più elevati; ma prima che si arrivi a quelli, si può alienare molta etica per soddisfare l’insaziabile bestia. Come dice Battiato: Ma l’animale che mi porto dentro Non mi fa vivere felice mai Si prende tutto anche il caffè Mi rende schiavo delle mie passioni... L’azione che nasce dalla non-azione interiore non può essere che Continua a leggere →