Ramana Maharshi, discorso 582

“Se si continua a desiderare”, disse Sri Bhagavan, “non si potranno soddisfare tutti quei desideri. Ma se si rimane privi di desideri, allora tutto apparirà disponibile. Siamo mentalmente immersi nella moglie, nei figli, nel lavoro, e così via; in verità essi sono in noi, appaiono e scompaiono secondo il nostro prarabdha (karma). “La mente che rimane ferma è samadhi, non importa se il mondo venga percepito o meno. L’ambiente, il tempo e gli oggetti sono tutti in me. Come possono Continua a leggere →

l’amore per gli altri è la più potente motivazione per non distrarsi dal Sé

Riesci a mantenerti nel Sé? La difficoltà è solo all’inizio. Poi diventa un’abitudine ed è sempre più facile rimanere nell’identità del Sé. Ogni volta che ti distrai e scivoli verso un’identità mentale, poniti la domanda: “Chi Sono Io?”, e ti ricentri nel Sé. Per me la motivazione maggiore per non distrarmi è stato l’amore per gli altri. “Tutto l’universo risuona con me, a partire dagli allievi e le persone care” pensavo. “Anche quelli che cercano un aiuto spirituale Continua a leggere →

Ramana Maharshi, discorso 355

D.: L’educazione non rende un saggio più utile al mondo di quanto lo sia un analfabeta? M.: Anche un uomo istruito deve inchinarsi davanti al saggio analfabeta. L’analfabetismo è ignoranza, l’istruzione è ignoranza erudita. Entrambi sono ignoranti del loro vero scopo. Un saggio invece non è ignorante perché per lui non v’è scopo.   Continua a leggere →

come stai, Muktiji?

— Come stai, Muktiji? Ho letto questo passo dalla Kena Upanishad e mi sono ricordato di te: “Se pensi di conoscere bene il Brahman, hai imparato poco sulla sua vera natura. Ciò che sai della sua forma è limitato; perciò devi studiare ancora (2.1). Io non penso di conoscere bene il Brahman. Penso: “Non è che non lo conosco: lo conosco e non lo conosco allo stesso tempo”. “Capisco senza capire” è un’espressione che usi spesso tu. Muktiji, che attraversa un tempo di defatiganti Continua a leggere →

tale è il Brahman quand’è puro

Rinunciare alla mente vuol dire essere nel Brahman – ciò che è – rinunciando a capire. Tanto sforzo bisogna compiere per capir bene, nella prima parte della sadhana. Sri Atmananda dice: “Non è l’esperienza in sé che produce progresso spirituale, ma la corretta comprensione della stessa”. Ora è l’esatto rovescio, rimanere attaccato alla comprensione significa rimanere attaccato alla mente. Della fenomenalità non v’è nulla, nulla accade e nulla è mai accaduto, sforzarsi Continua a leggere →