— È grazie a te che ho iniziato a comprendere certe esperienze cui non davo il giusto peso e valore.
— Fratello, non sai quanto ho sofferto per non trovare le risposte. Pensa alla confusione che ha creato Nisargadatta, in una materia, la spiritualità, forse tra le più difficile, in cui hai successo solo se comprendi, pensa alla confusione che ha creato nel dire che siamo prima della coscienza anziché prima della conoscenza…
Questa sofferenza in me ha generato un desiderio, quello di offrire un punto di chiarezza per gli aspiranti spirituali. Come uno che avendo patito la sete si apre un chiosco di acquaiuolo, come c’erano una volta a Napoli, quand’ero bambino, con tanto di blocco di ghiaccio secco sul recipiente dell’orzata. Da lì poi è nato l’adagio “Acquaiuò, cumm’è l’acqua? Manc ’a neve!”…
Comunque, quello che dici mi dà tanto piacere, perché risponde al desidero che ha dato vita alla mia spinta.