— Discorso 76 di Sri Ramana: “La distruzione della mente è provata dal fatto di non riconoscerne l’esistenza come cosa separata dal Sé”. È davvero già Tutto Qui?
— Certamente! Riconoscere che l’esistenza non è separata da Sé vuol dire che non c’è più un io separato. Se non c’è più un io separato, chi problematizza cosa? Quando nessuno problematizza niente, come può sopravvivere la mente?
Lo scenario di questo riconoscimento va dal riconoscere che tutte le forme apparentemente diverse non sono separate da Sé (“Meraviglia delle meraviglie, tutte le cose hanno la natura di Buddha” – savikalpa samadhi), al fondersi con l’Essenza innominabile senza oggetti (nirvikalpa).
Ecco perché l’amore è così importante in qualsiasi sadhana. L’Amore diminuisce la distanza tra me e te, fino a poterla dissolvere del tutto. Così pure l’Autoindagine: quando cerchi l’io personale, questo sparisce lasciando il posto all’Io universale e impersonale, il Puro Essere, la Pura Coscienza.
Un esempio:
“Sono giorni di grande lavorio mentale. Decido di fare una passeggiata nella natura. Il chiacchiericcio mentale continua, anche se come è un eco di sottofondo, come il mormorio di un ruscello o il cinguettio nelle prime ore della giornata.
Improvviso arriva un pensiero, dolce ma chiaro e vivo, rivolto a ogni cosa che si presentava: “Sei Tu… sei Tu… sei Tu… Sei sempre Tu!”. Perdo il senso di divisione diventando ogni mia emanazione.
Contemporaneamente sopraggiunge un senso di delicata e dolce perfezione, un’espansione in un totale abbandono.
Il lavorio mentale ha continuato, ma era senza contenuto; in realtà era una emanazione, un fotogramma di un insieme senza alcuna identità.
Mentre scrivo cerco le parole: vivo, vibrante, vivido, vita.
Non è possibile non amare qualcosa o qualcuno!” (Mukti).