Mukti — Caro Sergio, volevo ringraziarti per il tuo ultimo post, dove spieghi perché hai parlato del sogno desto.
Quando io ne parlai a [……], senza saperne nulla ma descrivendo ciò che accadeva, anche aspetti che mi sembravano un po’ ‘disfunzionali’, lui non mi rispose mai riconoscendo ciò che accadeva, anzi a un certo punto mi resi conto che non rispondeva oppure declassava tutto a fenomeni mentali o transitori e quindi di poca importanza. A tal punto che anch’io, riconoscendoli in altri, non vi davo più importanza. La ricerca era verso qualcosa di straordinario, incredibile, con effetti speciali…
È stato solo quando ho iniziato la mia relazione con te (ma anche in tal caso c’è voluto tempo per demolire questa credenza) che ho cominciato a riconoscere il sonno sveglio come tu lo hai descritto e che mi apparteneva.
Non voglio fare alcuna polemica, è solo una considerazione e una testimonianza di gratitudine alla profondità del tuo insegnamento.
Un caro abbraccio.
Sergio — Questo succede quando l’insegnante si trova di fronte a esperienze che non ha avuto né studiato. Anch’io ho fatto qualche errore del genere quando ero una giovane marmotta. Adesso sono un giovane struzzo, vedo le cose un po’ più dall’alto