È un dono continuo.
Questo succede quando, avendo acquietato la mente,
pace e beatitudine ci attraggono più dell’ego.
Allora, come per miracolo,
scopriamo di poter non avere più desideri né paure.
L’abbandono al Divino, invece che all’ego,
diventa l’unica attività non-attività;
e questo ci rende destinatari di un dono continuo.
Tutto è un dono, non so come descriverlo.
L’estasi è continua,
a volte massima, e ci si assorbe.
Poi però la stessa beatitudine ci spinge all’esterno non-esterno
a dare sostegno ed entusiasmo agli aspiranti e a gioire con loro.
Se almeno Jnanananda o Mukti fossero più inclini
a confermare le mie parole.
Queste figlie-sorelle così timide a testimoniare il Divino
che troneggia in loro.