— Maestro, ieri ho sperimentato ancora il savikalpa samadhi. Stavo vedendo un vecchio video sullo smartphone e sono stato catapultato un una dimensione ricca di colori e stati interiori di beatitudine. Poi la mente ha collegato questa esperienza a vecchi vissuti e il samadhi si è interrotto, perché ho pensato che l’esperienza contenesse delle vasana da purificare. Devo ancora migliorare l’abbandono. C’è una dimensione infinita e stupenda nel Sé.
— Amato, se vuoi realizzare il sahaja samadhi, non puoi continuare con questo approccio duale.
Samadhi significa: totale Abbandono al Divino, e il Sahaja Samadhi è ininterrotto.
Come fa il samadhi ad essere ininterrotto?
Interiormente ogni cosa è indistintamente God Beautiful*, Dio Meraviglioso!
Perciò se ti appaiono dei contenuti della coscienza verso cui senti resistenza – siano essi persone, cose, eventi, memorie, aspetti di te stesso, della vita, degli altri, del mondo… qualsiasi cosa –, devi aprirti a loro e cercare di fonderti con essi.
“Sono alcolista!”. ‘Sono alcolista’ è God Beautiful. Non sto dicendo che devi continuare ad essere alcolista; esteriormente discrimini e cerchi di fare come meglio puoi secondo il dharma. Ma l’esteriore diventa sempre meno importante per uno jnani: poco meno di un sogno privo di significato. È ciò che avviene interiormente quello che conta; e interiormente ‘sono alcolista’ è God Beautiful!
All’inizio alcuni contenuti potrebbero richiedere del tempo perché tu riesca ad aprirti a loro e fonderti con essi riconoscendoli come l’indifferenziato God Beautiful. Ma le cose cambieranno presto e allora tu avrai accesso al sahaja samadhi. ‘C’è questo ego che non vuole saperne di andarsene’… l’ego è God Beautiful! C’è qualcosa che non è il Sé? Qualcosa che non sia Dio?
Nel sahaja samadhi c’è un unico ininterrotto giudizio: tutto è indistintamente God Beautiful!
Quando esci dal samadhi, poniti la domanda: “Quando ho interrotto di considerare che tutto è indistintamente God Beautiful?”. Riconosci quel momento e riconosci che anche quell’interruzione e la tua incapacità relativa sono God Beautiful.
Qui l’ego si annichilisce. Se tutto è God Beautiful, cosa resterà mai da fare all’ego? L’io-agente se ne va in pensione…
Quando, praticando così, i movimenti della mente si acquietano, rimane la sola Consapevolezza della pura Consapevolezza (o Consapevolezza del puro Essere), senza percezione di oggetti fisici e mentali. Da qui si può essere assorbiti nel nirvikalpa samadhi, in cui la fusione con la Verità è tale da lasciar fuori la mente, come nel sonno profondo. Quindi lo jnani, o quasi-jnani, ha l’esperienza, ma non sa che la sta avendo perché egli ‘è’ l’esperienza. La può discernere solo dopo, quando uscito dal nirvikalpa ritorna la mente.
Quando gli riappare la molteplicità, egli non regredisce al livello di coscienza del savikalpa samadhi. Rimane ovviamente al livello di coscienza della Verità più elevato che ha realizzato, che è quello del nirvikalpa: la consapevolezza del Nulla (o Vacuità) che è la Sostanza primeva da cui nasce la molteplicità illusoria. Ho spiegato molte volte che non si tratta di un nulla nichilista.
Infine il sahaja samadhi perde anche l’ultima ombra di sforzo che rimaneva nella pratica e diventa lo stato naturale (sahaja significa ‘naturale’). Allora si ottiene la liberazione irreversibile.
Perché allora ho parlato da subito di sahaja samadhi? È stata una forzatura semantica, a vantaggio della comprensione, per dire che per realizzare il sahaja samadhi bisogna essere nel sahaja già da prima; solo che prima permane ancora una sorta di attenzione a rimanere nello stato naturale. Potremmo dire poeticamente che si tratta di un grande cambiamento di sostanza in un piccolo cambiamento di forma.
Fammi sapere dei tuoi progressi.
* L’espressione ‘God Beautiful’ proviene dal celebre canto di Paramahansa Yogananda.