manifesto e immanifesto: cerca un punto d’incontro permanente

Shambhuananda — Ieri stavo conducendo un’esperienza e ho visto tanto tanto dolore nelle persone. Verso la fine ho riconosciuto la determinazione di alcuni, ma anche il mare di sofferenza in cui sono ancora immersi. Ho sentito sorgere impotenza e alcune lacrime sgorgare dai miei occhi mentre rientravo dal bosco. Nel giro di pochi passi ho riconosciuto la Perfezione del Sé, ho accolto l’impotenza, l’ho amata, così come la sofferenza di quelle persone, e la Beatitudine è tornata profonda.
Erano due settimane che non sentivo spostamenti emozionali. Questa impotenza è svanita nell’Infinità della Coscienza

— Amata sei nella Verità! È meraviglioso vedere quanto sei centrata e arresa al Vero. La tua esperienza fa parte del processo di disidentificazione da maya. Ti voglio molto bene

— Quanto Amore! Questa personalità è solo un’illusione, un ricordo di ricordi, un insieme di abitudini di pensiero, null’altro! Ma in questa illusione ho anche incontrato tanto tanto Amore! Sono così onorata di averti incontrato

— Dici bene. Dio è tutto e in tutto, è anche nell’illusione. Ricercare il Divino nell’illusione è una via di realizzazione. Fu il primo metodo di Swami Ramdas, che si realizzò poi dopo la benedizione di Sri Ramana Maharshi, completando la via di bhakti con la via di jnana. Molti aspiranti, dopo aver realizzato Dio trascendente, si sentono poi sbilanciati perché rimangono in qualche modo separati dal creato e non riescono a integrarlo; non trovano un punto d’incontro tra Dio immanifesto e Dio manifesto. Ecco perché molti maestri della via di jnana abbinano al dimorare interiore nel Sé, l’Amare Ogni Cosa del creato (vedi Il Metodo Dell’Amare Tutto). Tu, Jnanananda e Mukti non avete avuto questo problema perché avete una natura bhakta.

Quanto Amore, Shambhuananda! Sono così onorato di averti incontrata