— Quando nasce resistenza ad abbandonarsi al piacere che sorge dal contatto con il Sé, si può instaurare con questa sensazione una specie di ‘complicità’: come quando nascondiamo un segreto. Non so se ho espresso bene il concetto.
— Sì, l’hai espresso bene. Tecnicamente questa che chiami ‘complicità’ rientra nella categoria: ‘attaccamenti alla mente’. Si può anche fare del mind clearing per dissolverla.
Il punto è che non ho mai visto un advaitino con poca bhakti portare a termine il percorso. Jnanananda e Mukti hanno seguito la via di jnana ma hanno entrambe una intensa bhakti. Quelli che non ce l’hanno rimangono imbrigliati nella mente. Perché? Perché solo l’amore ha il potere di superare l’oceano delle resistenze. L’amore non conosce barriere! È uno tsunami.
Sai quanto ho esaltato Jnaneshwar per il suo predicare che l’aspirante conquistasse prima la maturità di bhakti e solo dopo accedesse a jnana. Di recente mi sono reso conto che tale insegnamento È IRRINUNCIABILE! Gli aspiranti che hanno in genere un tono dell’umore basso NON RAGGIUNGERANNO MAI LA REALIZZAZIONE SENZA PRIMA AVERE LIBERATO LA BHAKTI!
Così ho creato un koan: “Non c’è dentro né fuori, né sotto né sopra, né davanti né dietro, né lato destro né lato sinistro. Tutto è indistintamente luce e amore”. Cerca questa verità con tutto il cuore.
‘Cerca’ vuol dire “medita su questo koan fino a vivere tu stesso la verità che enuncia”.
Non immaginare che sia una sadhana di breve durata. È una sadhana realizzativa. Conduce dritto fino a Turiya. Dopo jnana si centra allo zenit. Conduce dritto fino a Turiya. Dopo jnana si colloca allo zenit.
È una via di bhakti assai diretta. Nessun simbolo a mediare il proprio amore per Dio, se non la libertà di immaginarlo con una forma umana; nessuna puja come versare acqua o latte su uno Shiva-lingam o una Yoni, né altre pratiche indirette. Più si è identificati con la mente, più si ha bisogno di simboli esteriori perché questi risveglino la nostra devozione per Dio. Attenti però a non giudicare le espressioni caratteriali di un realizzato scambiandole per dipendenza dalla mente. Ho un’amica che si è realizzata con la via della devozione; ora è oltre qualsiasi forma e concetto. Una volta mi ha ospitato a casa sua. La stanza dove dovevo dormire era letteralmente tappezzata da immagini di santi e maestri, con rosari intorno alle cornici, e fiori secchi e freschi ad omaggiavano le sacre immagini. Non avevo il coraggio di svestirmi per andare a letto. Non sapevo dove poggiare gli indumenti intimi; sentivo che esporli impropriamente sarebbe stato come posare le scarpe sull’altare. Non vorrei essere blasfemo, ma quando ho spento la luce ho tirato un sospiro di sollievo. Al mattino ne parlai con la mia amica. Lei mi disse con noncuranza “quello è il corpo”. Evidentemente allora ero ancora identificato col body
Il significato del koan è SAMADHI, è lì che conduce. “Non c’è dentro né fuori, né sotto né sopra, né davanti né dietro, né lato destro né lato sinistro” vuol dire: C’È SOLO L’UNO, eterno, senza qualcos’altro, che è prima dello spazio e del tempo. Una volta assimilato questo, il koan si restringe a: “Esiste solo luce e amore”. “Esiste solo luce e amore” significa AMARE TUTTO. Ad esempio, se hai un tono dell’umore basso, vi saranno molte cose che non ti piacciono di te. Quando appaiono, amale e cerca di fonderti con esse. Ad esempio, se hai un tono dell’umore basso, vi saranno molte cose che non ti piacciono di te. Quando appaiono, amale e cerca di fonderti con esse.
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ALCUNE RACCOMANDAZIONI:
● Nel tuo cuore cura di mantenerti come il rinunciante che si spoglia di tutto, depone il proprio cuore nelle mani di Dio (si abbandona) e non sa nemmeno se avrà un pasto quel giorno.
● Mantieni col Divino un rapporto di profondo abbandono, devozione e dialogo. Puoi immaginarlo con una forma antropomorfa, ad esempio nelle sembianze di un maestro, fino a percepirlo come il Nulla assoluto: come ti ispira meglio. Puoi sentirti verso di Lui figlio o amico, o puoi sentire il Divino dentro di te senza bisogno di immaginarlo altrove. Permetti a questi vari approcci di cambiare così da essere aderenti alla tua disposizione di quel momento.
L’ideale che dovresti avere è giungere praticarlo no stop, come nell’Intensivo di Illuminazione. Ma arrivi prima al samadhi.
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