— Come stai?
— Sto guidando; ancora un’ora e mezza e sono a casa. Sto bene. È da metà viaggio che ti penso. Piango. Escono le lacrime e sono nella devozione più assoluta. Non vedo l’ora di arrivare a casa perché è un po’ faticoso essere in questo stato mentre guido.
In primo piano c’è solo e sempre il Sé. E quella parte di mente che deve fare le cose è completamente assoggettata al Sé. È una situazione completamente rovesciata rispetto a una persona guidata dall’ego agente.
L’introversione-assorbimento è aumentato1. Mi sto abituando a fare le cose anche mentre sono piuttosto assorbita. Quando guido per un lungo tragitto, come adesso, ogni tanto mi devo fermare. Devo anche stare molto attenta quando faccio delle cose, come oggi che dovevo scrivere l’IBAN per pagare il premio dell’assicurazione. L’ho controllato sei volte perché spesso, mentre faccio qualcosa, c’è la tendenza a perdermi nell’assorbimento. Faccio così, controllo tante volte altrimenti rischio di sbagliare.
— Io esco raramente. Compro quasi tutto online, e non di rado compro una cosa per un altra. Ormai ho accettato questi inevitabili errori.
Oggi mi ha scritto un’aspirante. Ha detto di essersi riconosciuta in molte delle cose che diceva Mukti nell’ultimo post. Ha aggiunto: “Mi capita spesso di essere con la testa tra le nuvole. Io lo percepisco come uno stato di Pace e di fusione. Ti chiedo questo perché un maestro che ho seguito per un po’ dice che dovremmo essere sempre presenti e ricordare sempre esattamente ciò che stiamo facendo”. Non sapeva niente del waking sleep né dei 7 bhumika, i 7 passi verso l’Autorealizzazione.
— Con un insegnamento del genere si induce ad alimentare l’ego invece di trascenderlo.
— No, non inducono ad alimentare l’ego, si tratta di una tecnica per principianti. Arrivi con la testa piena di pensieri e ti danno degli esercizi per fare concentrazione al fine di quietare un po’ la mente; ma non è certo la realizzazione!
Nello zazen c’è questa pratica. Quando siedi in meditazione devi fare attenzione alla postura, poi ai respiri; quando lavori devi tenere la mente assolutamente aderente a quello che si sta facendo momento per momento. Serve a quietare la mente. Ma poiché questo tipo di storielle zen sono assai diffuse, le persone credono che quello sia il ‘qui ed ora’ del realizzato. C’è una famosa storiella di questo tipo:
“Gli studenti di Zen stanno coi loro maestri almeno dieci anni prima di presumere di poter insegnare a loro volta. Na-in ricevette la visita di Tenno, che dopo aver fatto il consueto tirocinio era diventato insegnante. Era un giorno piovoso, perciò Tenno portava zoccoli di legno e aveva con sé l’ombrello. Dopo averlo salutato, Na-in disse: ‘Immagino che tu abbia lasciato gli zoccoli nell’anticamera. Hai messo l’ombrello alla destra o alla sinistra degli zoccoli?’. Tenno, sconcertato, non seppe rispondere. Si rese conto che non sapeva portare con sé il suo Zen in ogni istante. Diventò allievo di Na-in e studiò ancora sei anni per perfezionare il suo Zen di ogni istante”.
“Tenno si rese conto che non sapeva portare con sé il suo Zen in ogni istante”? Ma di cosa si sta parlando? Questa frase rende la storiella una menzogna invereconda. Esiste forse il tempo per il realizzato, e ombrelli e zoccoli? L’unico ‘qui e ora’ che conosce è sempre solo e unicamente il Sé eterno, oltre ogni condizione.
Essendo bramino, Sri Ramakrishna venne assunto per celebrare alcune funzioni religiose; ma dopo poco lo licenziarono. Si perdeva nel samadhi e impiegava tre ore per celebrare funzioni di 45 minuti. Altro che ombrelli e zoccoli. Nella mente pura di Sri Ramakrishna c’era solo Dio.
1. Riguardo ai quattro livelli di jnani – Brahmavid, Brahmavidvara, Brahmavidvariya, Brahmavidvaristha –, dopo la realizzazione il realizzato va spontaneamente verso il livello superiore. Anche se l’essere stabiliti nel Sé non cambia, l’esperienza è di vari approfondimenti della realizzazione. Vedi: I Sette Stadi sulla Via dell’Autorealizzazione.