M. — Osservo i pensieri che si accavallano cercando di includere sia la mente osservante che i pensieri. Spesso non sono presente, però il fatto è osservato e questo porta a una sua consapevolezza.
Soham (Sergio) — L’osservazione è buona. Prova ad aggiungere il “Chi sono io?”.
Ti poni la domanda: “Chi sono io?” e attendi a vedere cosa succede.
Ciò che attendi non è una risposta mentale, tipo “Sono l’eterno Brahman” e simili, ma l’essere risucchiato nella consapevolezza di Chi sei veramente. Potresti non vederti, perché il soggetto non percepisce se stesso come oggetto (l’occhio non vede l’occhio), ma sai che sei Quello.
Quando emerge un sentimento che ti coinvolge, ad esempio di rabbia, chiediti “A chi appare questa rabbia?” o nel caso di pensieri, “Chi sta avendo questo pensiero?”. Se compi delle azioni chiediti: “Chi sta mangiando?”, “Chi sta passeggiando?”, “Chi compie questa azione?”, ecc. Questi sono altri modi di porre la domanda “Chi sono io?” in relazione alle illusioni di Maya che appaiono alla coscienza del praticante. Non includere in questo i sentimenti sattvici: gioia, amore, pace ecc.; quelli sono irradiati dalla Verità. E la Verità è che TUTTO È IL SÉ! Quindi non si può non amare, provare gioia, pace, beatitudine, liberazione ecc.
Questo questioning (auto-interrogazione) è meditazione (dhyana) ininterrotta, dunque procedi con calma e ponderazione. È la prima forma del dimorare nel Sé. Invece di risiedere nel Sé (dato che non ne sei ancora capace), dimora nella domanda “Chi sono io?”. Essa ti richiamerà continuamente al Sé. Praticando con passione ti estrarrà dall’identificazione con l’illusione e farà emergere Quello che veramente sei. In questo modo il dimorare nella domanda “Chi sono io?” diverrà gradualmente il dimorare nel Sé, e infine l’essere il Sé.
Com’è essere il Sé? È la consapevolezza di essere Quello che è oltre la mente, i nomi e la percezione, eterno e immutabile. Ma il fatto che sei innominabile e impercepibile e che puoi solo definirti in negativo (non sono questo non sono quello), non significa che non sai Chi sei! Lo sai eccome. E tale consapevolezza, o realizzazione, è oltre ogni stato, oltre anche al samadhi. È CIÒ CHE SEI, non è uno stato, e tutto il resto è sovrapposizione. LA REALIZZAZIONE È TALE COMPRENSIONE. Ma non è una comprensione ordinaria, è quella comprensione che cambia radicalmente il tuo DNA essenziale, se posso esprimerlo con questa metafora.
“SOHAM! IO SONO QUELLO! SONO L’INCONCEPIBILE. SONO PRIMA D’OGNI CREAZIONE”. Questa è la tua vera natura. Questo ti rivelerà il “Chi sono io?”.
Più dimorerai con passione in questo questioning, prima realizzerai la Verità. Ci potranno essere delle crisi di purificazione, delle resistenze dell’ego. Sei ben sostenuto. Non le tenere dentro, non le nascondere. Mantieni aperta una linea di comunicazione con me e le risolveremo.
Attendo di sapere della tua pratica.
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