sono venuto a separare il figlio dal padre

Shivananda — Ieri pomeriggio ho provato tristezza e malinconia. Sono stata a trovare mio marito all’ospedale e poi sono andata al compleanno della mia nipotina. Mi sono chiesta cosa fosse questa tristezza. È sapere che le persone della mia famiglia non sono più come ho sempre pensato, nel senso che per me stanno cambiando identità. Ultimamente, quando mi capitano delle riunioni familiari, mi trattengo di meno, sono meno coinvolta e interessata, a volte non so cosa rispondere alle loro parole e do le solite risposte di circostanza.

Soham — Gesù ha detto: “Non crediate che io sia venuto a portare la pace, sono venuto a portare la spada.
Sono venuto infatti a separare il figlio dal padre, la figlia dalla madre, la nuora dalla suocera, e i nemici dell’uomo saranno quelli della sua casa.
“Chi ama il padre o la madre più di Me, non è degno di Me; chi ama il figlio o la figlia più di Me, non è degno di Me; chi non prende la sua croce e non mi segue, non è degno di Me. Chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; e chi avrà perduto la vita sua per causa mia, la troverà” [Mt 34-42].

La spada è quella della luce della Coscienza che distingue il vero dal falso. I parenti sono le identificazioni umane; la croce è la tristezza dell’aspirante che è ancora legato a quelle identificazioni, o non accetta che ciascun essere senziente abbia i propri tempi di realizzazione e che quindi non può portare quelli della sua famiglia in Dio con sé; la vita che si vorrebbe salvare è quella dell’ego identificato col corpo. Colui che perderà quella vita (l’ego) troverà la propria identità in Dio e dunque la Liberazione.

La medesima dinamica è descritta nella Bibbia indù, la Bhagavad Gita, quando Arjuna cade nello sconforto per dover uccidere i propri parenti.

Non rattristarti Shivananda, non puoi portare tutti sul piano di consapevolezza che hai raggiunto. Sei tu che, vedendo il Vero, hai cambiato identità! I tuoi parenti vi giungeranno coi loro tempi, perché tutti realizzeranno la consapevolezza della loro identità divina. Accetta ciò che è Reale e gioisci! La tristezza che lamenti è ancora una mancanza relativa di abbandono a Dio e ancora una resistenza dell’io-agente che vorrebbe le cose a modo proprio. Il Creatore d’ogni essere senziente non sa forse più di ogni altro cos’è meglio per loro, e non amerà la sua creatura più di ogni altro.

Abbandonati all’Amore di Dio e gioisci.