– Non so come si fa ad essere naturale?
Soham – Non considerare l’esperienza separata da te. Allora smetterai di essere duale e sarai Uno, l’Uno senza secondo, il Sé.
Facciamo un esempio. Un governo promulga leggi ingiuste, controlla tutta la propaganda e tu non puoi farci niente. Allora ti arrabbi, come puoi trovare la pace mentale in queste condizioni?
La puoi trovare soltanto se non consideri l’esperienza separata da te!
Il mondo che appare deriva dalla proiezione delle tendenze latenti della tua mente. Tu pensi di subirlo, ma in realtà è la tua mente che lo sta proiettando, altrimenti ti apparirebbe un mondo diverso; oppure, se hai bruciato le tendenze latenti della tua mente (manonasa) non vedi più il mondo, ma solo il Sé, che è l’Unica Vera Realtà. Allora ridiventi l’Uno, il Sé, e il mondo scompare. È per questo che i maestri dicono: “Bisogna cambiare dal didentro” – il che non esclude l’azione sociale se sei chiamato a farla. Jnanananda partecipò alla Marcia Delle Libertà di Paolo Sceusa, e lo fece anche in una maniera unica! Valicò l’Appennino con l’infradito… 😬😄
Ma a parte questi prodigi, tornando a noi, quante volte si è visto nella storia dell’uomo una società passare da un’utopia a un’altra attraverso una rivoluzione, e poi vedere che le stesse dinamiche relazionali si erano trasferite alla nuova utopia? A volte ha luogo un progresso sociale, ma ciò avviene quando quella società, in un modo o nell’altro, ha purificato le proprie tendenze mentali latenti. Ecco perché i Maestri dicono che bisogna cambiare dal didentro.
La seguente citazione dal Discorso 323 di Sri Ramana Maharshi chiarirà meglio cosa intendo:
«Mentre spiegava la sesta strofa dell’Arunachala Ashtakam, Sri Bhagavan fece le seguenti osservazioni: – Il verso precedente termina chiedendo: “Oltre a Te, c’è qualcosa?”.
[Così termina la strofa 5: Quando la luce di Arunachala (similmente al sole dell’auto-conoscenza) cade sulla mente, nessuna immagine si può più imprimere su di essa. Oltre a Te, l’intensamente lucente collina di Aruna, c’è qualcosa (la cui luce possa distruggere la mente)? n.d.r]
«La risposta vien data all’inizio della sesta strofa: “Sì, esiste l’Unico Essere”. Quindi continua: “Nonostante sia l’Unico e Solo, grazie al suo meraviglioso potere, si riflette nel minuscolo puntino ‘io’ (l’ego), che viene chiamato anche ignoranza o aggregato di tendenze latenti. Questa luce riflessa costituisce la conoscenza relativa. Questo tipo di conoscenza, in conformità col prarabdha di ciascuno (prarabdha: il karma passato che sta maturando i suoi frutti nel presente), manifesta le tendenze latenti interiori nella forma del mondo esteriore, e ritira il mondo grossolano esteriore sotto forma di tendenze sottili interiori. Tale potere di proiezione sul piano sottile viene chiamato ‘mente’ e sul piano fisico ‘cervello’».
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PRINCIPI:
● Per recuperare l’Unità, considera che non sei separato dall’esperienza. Ciò fatto ridiventerai l’Uno, il Sé, e niente potrà più scalfirti (in quanto Sé). Dice Bhagavan: “Rimanendo nel Sé si può sopportare ogni situazione”.
● Quando la mente è priva si spinte (vasana) essa è la Pura Coscienza, cioè il Sé. I buddhisti chiamano questo stadio ‘la vera natura della mente’.