Sri Ramana Maharshi, Discorso 481
Muruganar chiese: “Che cos’è prajnana?”.
M. – La conoscenza assoluta (prajnana) è quella da cui deriva la conoscenza relativa (vijnana, la falsa conoscenza o maya).
[Nota di Soham – Vijnana è la conoscenza dello stato di veglia, per questo è detto ‘ignoranza’, opposto a ‘jnana’ che è saggezza.
È anche il quinto aggregato secondo il buddismo. Quando nel ‘Sutra del Cuore della Perfetta Sagezza’ si legge “la coscienza è vuoto”, ci si riferisce a vijnana, la coscienza relativa, non a jnana la coscienza assoluta autorisplendente.
Lo stesso vale per Nisargadatta. In inglese per tradurre ‘coscienza’ vi sono due parole: consciousness (coscienza) e awareness (consapevolezza), che in italiano sono sinonimi. Nisargadatta usa la parola ‘consciousness’ per indicare la coscienza relativa, e la parola ‘awareness’ per indicare la coscienza assoluta. Perciò quando dice “Siamo prima della coscienza”, intende dire che il Sé è prima della coscienza relativa, il che è condivisibile.
Vijnana purificato può giungere a vedere il Sé, l’intelligenza cosmica, ma è ancora un involucro (vijnanatma kosha) perché vi è dualità. Per smettere di essere tale deve fondersi nel Sé. Sri Ramana usa l’espressione “La mente sattvica vede il Sé e si fonde nel Sé”. Per ‘mente sattvica’ si riferisce a vijnana purificato.
Vijnana purificato e assottigliato lo troviamo anche nel discorso di Bhagavan n. 314, a ragione titolato ‘Gocce di Nettare di Saggezza’. Lì vijnana è la conoscenza dell’io che si trova nello stato di transizione tra sonno e veglia, che funge da testimone durante il nirvikalpa samadhi, rendendone possibile l’esperienza].
Muruganar – Nello stato di vijnana si è consapevoli del samvit (intelligenza cosmica). Questa suddha samvit (pura intelligenza) è però auto-consapevole e non necessita del’aiuto degli antahkarana [gli organi interni: ego (ahaṃkāra), intelletto (buddhi), mente (manas), memoria (chitta)]. È così?
M. – È così, anche dal punto di vista logico.
Muruganar – Divenendo consapevoli dell’intelligenza cosmica per mezzo del vijnana, si scopre che il prajnana non splende di luce propria [in quanto vijnana stesso risplende di luce riflessa]. Se è così, bisogna scoprirlo nel sonno profondo?
M. – Nello stato di veglia si è consapevoli attraverso gli antahkarana [che risplendono di luce riflessa]. Il prajnana è sempre luminoso, anche nel sonno profondo. Se si è continuamente consapevoli nel jagrat (stato di veglia), la consapevolezza continuerà anche nel sonno profondo (sushupti).