Amato, stai praticando l’inviare amore? Questo ti porterà via dalla mente, svilupperà concentrazione e ti conferirà facoltà sottili. Tutti possiamo trasferire il nostro stato interiore. Contatta l’Amore che è in te, concentrati su esso e lascialo divampare. Questo il primo esercizio. Dev’essere l’Amore del Sé, non dell’ego.
Quello che ti sto chiedendo di fare è in realtà un processo spontaneo, che avviene senza volontà, come un fiore che benedice il mondo con l’esalare il suo profumo. Ti chiedo di farlo intenzionalmente per rimuovere il velo di apatia che ostacola il progresso al tuo livello.
Quando si conosce il Sé e si è in grado di dimorarvi per un certo tempo, l’aspirante non è più così disperato come prima; tuttavia le sue identificazioni col mondo mantengono ancora la sua attenzione sull’illusione, impedendo la completa liberazione. L’aspirante entra allora in una sorta di stasi o apatia che non consente il progresso. Lasciare divampare l’Amore divino dentro di Sé è il mezzo per superare questo ostacolo. Il fuoco dell’Amore Divino deve bruciare tutto ciò che ancora resta di umano (in senso limitativo) e personale nell’aspirante.
Sai quando qualcuno che si è avvelenato con i barbiturici è energicamente sollecitato a rimanere sveglio? Agni, il fuoco dell’Amore, è la spinta che permette di non ‘sedersi’ dopo la conoscenza del Sé e completare il percorso. Prima il pungolo era la sofferenza, dopo non può che essere il fuoco dell’Amore, che è lo stesso Sé.
Sarebbe meglio che non inizi subito ad inviare Amore ad altri esseri, e farlo solo quando il senso di essere l’agente si è spento o almeno attutito. Ma spesso l’aspirante è turbato dalla sofferenza di altri e desidera aiutarli; se la spinta è consistente non sopprimerla. Tuttavia devi sapere che è meglio sviluppare prima l’Amore per il Sé, Dio, la Spiritualità, i Maestri, i Santi, il simbolo o il concetto del Divino che preferisci. Questo Amore Divino, una volta divampato, ti farà sentire che è Lui l’agente e non il tuo piccolo ego. Allora, spontaneamente, senza che tu lo decida, si rivolgerà al prossimo. Il panorama è vasto: è l’Intero Creato, vale a dire il Sé manifesto.
Sri Jnaneshwar insegnava: “prima completa bhakti marga (percorso), e poi intraprendi jnana”. Questo per tutto ciò che ho spiegato. Comunque, l’aspirante jnani che conosce il Sé e vi dimora a tratti, ma non ha sufficiente bhakti per superare il relativo ristagno dovuto alla diminuzione della sofferenza, se ben intenzionato e ben guidato può realizzare bhakti con successo a fine percorso.
Ti auguro di Bruciare del Fuoco di questo Amore, è la Benedizione divina.