Quando una persona comune cerca la propria identità dentro di sé, trova un io personale che si identifica col corpo fisico e la personalità: l’io-Sergio. L’io-Adalgisa, l’io-Giovanni ecc. Con la pratica spirituale a un certo punto gli compare l’Io-Universale. Egli si sente tutto e Uno con tutto. “Meraviglie delle meraviglie! Tutte le cose sono della stessa natura del Buddha”, si dice abbia esclamato il Sakyamuni sotto l’Albero della Bodhi. L’io universale è il piano di coscienza di Ishvara. Poi c’è un periodo di andirivieni tra l’io personale e l’io universale, e alla fine prevale quest’ultimo.
Ma il sadhaka sarà soddisfatto? È ancora all’interno del creato, dunque della mente, e col passar del tempo diviene stanco di questo limite – ciò avviene spontaneamente, non in funzione di un calcolo mentale. Allora, a un certo punto, gli appare l’Io-Assoluto: un Vuoto, un Nulla, un Silenzio. Non è il Nulla del piano causale; lì il Nulla è qualcosa, nel piano causale i concetti esistono, esiste la mente, anche se può essere inconscia come accade nella nescienza del sonno profondo inconsapevole. Nell’Assoluto non vi sono concetti, né vi è un ‘io’ o un Sé superiore, come accade nell’Io Universale.
È da questo piano che la mente è il creato si discreano rapidamente. Bellissimo! Sublime! L’aspirante sente di aver finalmente raggiunto la Meta Ultima. Il tempo di stabilizzare l’Io-Assoluto e la realizzazione non potrà mancargli.
Per amore di chiarezza, è utile qui ritornare sulla questione dei samadhi.
L’Assoluto, oltre mente e concetti, si manifesta nei samadhi in stati chiamati nirvikalpa (senza concettualizzazione), nirbija (senza mente), sonno profondo senza sogni, nirvana. I samadhi sono comunque stati transitori, vanno e vengono: ciò che non cambia è l’ ‘Io’. Perciò il nirvikalpa (o gli altri nomi che gli si possono dare) diventa il vostro io. Guardate dentro di voi e trovate il nirvikalpa, sapete e sentite di essere Quello, anche se i vostri sensi funzionano e voi siete in attività fisica e mentale. L’Assoluto diventa la vostra identità, per questo l’ho chiamato l’Io-Assoluto, anche se nell’Assoluto non vi sono concetti né senso dell’io. Per questo Robert Adams diceva “Lo jnani è sempre nel sonno profondo”.
Chi si trova in questo Io-Assoluto, o Assoluto risvegliato, lo trasmette, come un fiore esala il suo profumo. Questa è la Grazia del Guru.
Commento vocale di Mukti: