Il Brahman è un terremoto di beatitudine, Ramana lo sottolinea di continuo. È vero, dopo un anno e mezzo o due si riassorbe nel Sé e rimane come Pace eterna, ma al momento questo non ci interessa.
Alcuni aspiranti non hanno tutta questa beatitudine, entrano in uno stato unitivo, godono di quella tranquillità… ma non basta! Penso a quel mio allievo che dopo 8 anni di pratica dell’advaita vedanta è caduto verticalmente dalla via. Rifletto: “Questi aspiranti non mantengono la realizzazione. Al primo ostacolo che incontrano nella vita, riprendono l’ego e vanno a battagliare come persone comuni. C’è qualcosa che non va. Loro stanno nel Brahman come chi prende il sole rimanendo sotto un ombrellone e lasciando uscire dal cono d’ombra solo i piedi. Ma questo non è bruciare ego e mente nella fornace del sole e cuocere nel terremoto di quella beatitudine. Jnanananda diceva spesso: “È questa beatitudine che ti mantiene nel Sé”.
Mentre riflettevo su queste cose ricevo un messaggio da Muktiji. Racconta di un felice evento che l’era capitato e che le sembrava un miracolo. “Sì.” dico io, “Quando ci si abbandona a Dio, Dio si prende cura di noi. Assisto commosso a questi continui doni-miracoli della Grazia. Ma come farlo capire agli allievi? Con B. non sono riuscito”. Espongo a Mukti ciò su cui stavo pensando.
Mukti: “La beatitudine ha a che fare con la fiducia. Quando lascio tutto in mano a Dio e compio le azioni sapendo di non essere l’agente, anche se le faccio e sembra che l’idea venga dalla mia mente, questo nasce da una Totale Fiducia. Questa totale fiducia produce questo senso di beatitudine”. “Sì,” dico io, “questo è il fattore principale, cui si aggiunge il senso di essere completamente al di fuori di qualsiasi condizione e affanno umano. Grazie Amata, mi hai dato la risposta che cercavo. Con voi quattro non ho dovuto sforzarmi. Tale era la vostra bhakti che avete fatto tutto spontaneamente. Ma B… B. era algido e non sono riuscito a rovesciare quella situazione. Riprenderà e riuscirà”.
Dunque Amati, ho voluto condividere questo con voi. Se non riuscite ad abbandonarvi alla Totale Fiducia in Dio e ad affidare a Lui tutta la vostra vita – pur continuando a compiere ciò che dovete fare – non riuscirete a liberarvi. Questa è l’ultima cosa che in ogni sadhana rimane da fare e che continua anche dopo la liberazione.
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