Quanto sono orgogliosi i partecipanti all’Intensivo di Illuminazione delle loro esperienze dirette. La verità è che quando hai scoperto il Sé e capito che sei Quello, hai consumato soltanto l’aperitivo, non hai neanche cominciato a mangiare. La tua mente è ancora tutta attiva, la tua abitudine di considerare l’universo reale è rimasta pressoché intatta, e pressoché intatto il tuo pensiero. Ciò seguendo una statistica generale, sul piano individuale dipende dalla maturità di ciascuno.
Dopo che hai scoperto che sei il Sé, devi far sì che muoia quella ampia parte della tua mente che proietta Maya, l’illusione. Lo fai facendo scomparire l’universo dalla tua percezione interiore. Ciò in genere comporta ore e ore di meditazione. Quando l’universo è sparito dalla tua percezione interiore, allora in te si stabilisce una Pace indelebile, e quando apri gli occhi, quello che prima ti appariva come mondo è una Fata Morgana. L’essere disidentificato dai movimenti mentali, ti permette di compiere le azioni necessarie nel mondo rimanendo interiormente nella non-azione.
Così disidentificato, per te non v’è più dualità, non v’è più introversione ed estroversione. Vedi sempre il Sé, che tu sia nell’assorbimento interiore o rivolto al mondo. Quando comunque porti l’attenzione sulla creazione puoi sentire solo amore e gioia e compassione per questo sogno di Dio. L’Amore si manifesta nella creazione. Quando sei assorbito nell’Uno senza altri, l’Amore non appare, è solo implicito, potenziale; ciò che appare è Pace indistruttibile.
Quindi, il realizzato alterna ‘Pace’, quando è assorbito interiormente, con ‘amore-gioia-compassione’, quando prende in considerazione l’universo, che non vede dissimile dal Sé.
La gioia che prova verso l’universo è chiamata ‘bhoga hetu’. Sono desideri che non legano. Ad esempio il desiderio gioia di giocare con un animale, di un viaggio verso un’isola della Grecia. Se la cosa non avviene, va bene lo stesso, non vi è attaccamento. ‘Bhoga hetu’ è l’unico karma (prarabdha) che rimane al realizzato. Esaurito quello il suo corpo muore e egli non ne riprenderà un altro.
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Diffidate di tutti i maestri che vi dicono
che è inutile compiere sforzi per ottenere la liberazione
L’idea che non si possa far niente per ottenere la liberazione è totalmente falsa. Nasce da persone del tutto ignoranti o con qualche conoscenza parziale.
Tra quelli del tutto ignoranti vi è Uppaluri Gopala Krishnamurti. Lui era identificato con la mente; tenta per un po’ qualche pratica spirituale, dopo di ché rilascia queste dichiarazioni: “Mi dicevano che dovevo rinunciare ai desideri, ma io mi sentivo un essere desiderante, con passioni. Desiderio, rabbia, gelosia sono naturali all’essere umano” [le parole tra virgolette le ricordo a memoria; non ho disponibilità di andare a controllare la loro esattezza; potete farlo voi se vi va]. Poiché il suo intelletto aveva buone attitudini alla filosofia, scrive vari libri per invalidare la via spirituale, indicandola come “La Mistica dell’Illuminazione”. In questi libri sostiene che tutta la storia dell’illuminazione sia un falso, e invita i suoi proseliti a non lasciarsi irretire da quella fandonia e vivere normalmente senza pensarci. La sua predicazione degrada i virtuosi che hanno compiuto sforzi spirituali a idioti che si sono fatti imbrogliare nella trappola dell’Illuminazione, ed eleva i dissoluti che non compiono sforzo alcuno per migliorarsi a saggi che avrebbero evitato quella trappola 😄. Insomma, è l’ego che recensisce la pratica spirituale. Potete immaginare quanto consenso e accoliti hanno incontrato le idee di U. G. Krishnamurti.
Tra quelli che hanno qualche conoscenza parziale v’è Tony Parsons che pure predica l’inutilità di qualsiasi sforzo per ottenere la Liberazione. Ora io vi chiedo: una conoscenza parziale può essere verità? Un cieco che toccando la zampa di un elefante dice che l’animale è simile a una colonna, sta dicendo la verità? Una verità parziale è in definitiva una menzogna. Però quella parte di verità fa apparire quella menzogna più vera, la qual cosa unita al sollievo di non dover compiere sforzi, adesca aspiranti con idee ancora poco chiare.
Entrambi questi due tipi di soggettisono dotate di una personalità arrogante e narcisista, dunque non si confrontano con le scritture, o addirittura le negano. Ciò fa venir meno un’indispensabile verifica per l’acclaramento della Verità. Io ho un’esperienza spirituale che mi ha dato delle comprensioni, come faccio a verificare se ciò che ho compreso è valido o è erroneo? Mi confronto con le migliaia di realizzati che il pianeta ha conosciuto, cioè con le scritture realizzative. I negazionisti dello sforzo spirituale invece non lo fanno. Pongono loro come i primi, dall’inizio dei tempi, ad aver scoperto la verità, indicando esplicitamente o implicitamente tutti gli altri maestri spirituali come gente che ha capito poco o niente. Tale predicazione aggiunge grande confusione sulla già non facile via spirituale.
Diffidate di tutti i maestri che vi dicono che è inutile compiere sforzi per ottenere la Liberazione. Vi dimostrerò quanto basso sia il loro livello di consapevolezza.
Essi vedono l’individuo come un essere limitato, che può solo attendere l’aiuto da una Grazia esterna. Un Guru realizzato invece vede l’altro come un essere già liberato; l’altro è già il Sé, ha solo bisogno di togliere le idee sbagliate che lo fanno sentire un essere mortale limitato. Togliere idee sbagliate è forse qualcosa impossibile da fare??? No di certo! Inoltre la Grazia non viene dall’esterno, è insita in ciascuno di noi per il fatto stesso che siamo già il Sé. Se già siamo il Sé, quale sforzo sovrumano dovremmo compiere per essere ciò che già siamo? Ramana Maharshi ammoniva: “Pensare di non essere realizzati è un ostacolo alla realizzazione”. Vi appare il colossale rovesciamento del punto di vista: da quello di falsi maestri a quello di un Guru realizzato? E ancora, quando l’aspirante ha bisogno di aiuto, la Grazia gli appare sotto forma di un Guru realizzato. Il Guru è il Sé esteriore che conduce l’attenzione dell’allievo all’interno, distaccandolo dall’ipnosi del mondo; contemporaneamente il Sé, che è il Guru interiore, lo attrae all’interno affinché possa vedere la Realtà Suprema che è lui stesso. In più, il Guru realizzato, essendo nello stato di realizzazione, può trasferire empaticamente questo stato all’allievo pronto per riceverlo.
Quindi, non prestate fede a questi falsi maestri. Credete in Dio: la Grazia è dappertutto, in qualsiasi momento. Siete già realizzati, dovete solo eliminare le idee false che avete nella mente. Può essere questo un compito insormontabile? Non lo è❣
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Commenti
Andrea: — Grazie 🙏. Sulla seconda parte sono completamente d’accordo. Sulla prima a me accade così. Essendo il Sé, sono Quello. Quando guardo fuori, vedo Me… che appaio. Appaio nella moltitudine delle forme e allo stesso tempo… Sono sempre. Non riesco più a prendere in considerazione l’Universo perché appaio e mi muovo in Me stesso-sogno. Vi è una predominanza nell’assorbimento, come hai descritto.. solo Quello. Può accadere che si allenta la presa ogni tanto o ci siano delle ‘cadute’ poiché la stabilità non è ancora continua, ma quando accade, ciò che resta è sempre il dimorare nello stato naturale, e la percezione di ciò che appare è vista solamente come ‘fenomeni’ della mente, o meglio ‘fenomeni’ del potere proiettivo della MENTE.
Poi una forza riassorbe dentro… nel Totale. Non riesco a descriverlo diversamente. Mi ricordo solo una frase: riposa nel Brahman, come Brahman. Non compare nessun bhoga hetu – non conoscevo nulla di questo, ti ringrazio 🙏
Confrontandomi con Altre esperienze vedo che ci sono esplosioni d’amore, gioia, compassione. Ma non Qui. Io Sono sempre lo stesso. Sebbene l’Amore è un mio aspetto, non è Me.
Persino il corpo sembra cambiare.
Soham: — Meravigliosa, toccante testimonianza❣
Io ho descritto una stringata esperienza standard, ma nessuno va attraverso un’esperienza standard; ognuno ha la sua esperienza in accordo con le sue caratteristiche temperamentali.
Tu dici che ogni tanto c’è una caduta. Ma da quanto descrivi non si percepisce che vi sia. Dici: “ma quando accade (la caduta), ciò che resta è sempre il Dimorare nello Stato Naturale”. Allora non è una caduta! “Ma la percezione di ciò che appare è vista solamente come ‘fenomeni’ della mente, o meglio del potere proiettivo della MENTE”. Questa non è una caduta, non è un’interruzione dall’essere lo stato naturale.
Ramana diceva di sognare, i suoi sogni erano lucidi. Nel sogno lucido ti rendi conto di stare sognando e ciò che appare è il potere proiettivo della mente. Perciò queste sono le tue cadute, in te non vi sono cadute.
Ciò che nel mio post volevo evidenziare è come rendere la meditazione ininterrotta. Mi riferivo a un aspirante che ha appena preso l’aperitivo di capire che è il Sé, ma ha ancora una mente molto attiva da rendere morta. Egli deve cercare di rendere la meditazione ininterrotta, facendo sparire il concetto e il senso che esista un universo separato dal Sé, cosa che in te è già completamente avvenuta: “Vedo sempre me. Mi muovo in Me stesso-sogno”. Per rendere la meditazione ininterrotta sono necessarie molte ore di pratica. Questa può esplicarsi in due modi. In una prima fase egli nota l’universo che appare sotto varie forme (ricordo, sensazione fisica, sentimento ecc.), e al guardarlo lo fa svanire. In una fase successiva l’universo tenderà a non apparire, allora egli dimora nel Sé il più ininterrottamente possibile.
Dopo un certo tempo che lo stare nel Sé è ininterrotto, la mente muore. Allora il realizzato sentirà (se vi fa caso, perché la sensazione è assai leggera) che la Kundalini esce dalle fontanelle e attraverso la via frontale scende dalla fronte nel Cuore spirituale. Lì il concetto ed il sentire dell’esistenza di un universo fenomenico separato da Sé, sparisce per sempre. C’È SEMPRE E SOLO IL SÉ. Come dici molto bene tu (lo ripeto): “Vedo sempre me. Mi muovo in Me stesso-sogno”.
Che meravigliosa testimonianza da Jnani ci hai regalato. Te ne sono GRATO❣ Te ne siamo GRATI❣❣❣
P.S. – Su bandha hetu e bhoga o mukti hetu vedi i seguenti Discorsi di Ramana Maharshi: 115, 317, 383, 491, 515 🕉