Sergio: — Dovete consolidare vairagya, il distacco, altrimenti ogni volta che succede qualcosa siete sempre nel turbinio della mente. La vita è spesso dura e faticosa, se non avete conquistato il distacco vi dibatterete continuamente nella mente. Quando Fabrizio dice “L’ostacolo più grande non è abbandonare la sofferenza, ma lo stare bene” si riferisce al distacco.
Tutti gli aspiranti vogliono l’estasi divina, ma poi quando tornano alla vita si attorcigliano intorno a tutto quello che capita loro. Dovete smettere di preoccuparvi che le cose vadano bene, altrimenti non sarete mai felici. Fatevi raccontare da Roberta e Marco come vanno le loro cose, vivono una condizione per niente facile… eppure sono felici.
Marco Roberta, volete darci la vostra testimonianza su distacco e felicità?
Marco: — Ho ‘esercitato’ il distacco in diverse fasi, domandandomi ad esempio: cosa resta del momento appena trascorso?, oppure: cosa resta se muoio?
Per un po’ godevo dell’esperienza del distacco/abbandono, finché non tornavo nel coinvolgimento.
Ho insistito con tanta perseveranza. Poi è arrivato il tassello fondamentale, la reale meraviglia che il distacco/abbandono c’è sempre! È ‘normale’ tanto da essere la nostra vera natura.
Ciascun momento si prende cura di sé stesso senza la necessità del coinvolgimento.
Roberta: — Per me Vivere nel Sé equivale a rimanere distaccata dagli attaccamenti/avvenimenti che la mente e il mondo genera continuamente.
La felicità di essere sempre presente non finisce mai, e questo porta al distacco. Ogni cosa, come arriva così se ne va in questa presenza che mantiene la mente sempre quieta.
La felicità la creiamo noi amando il nostro Essere.
Il distacco nasce dall’amore per questo Sé che abita in tutti gli esseri, sia amici che conoscenti.
Questo amarsi si riflette negli occhi degli altri come l’unico Sé.
Da quello stato, è naturale vedere il falso generato dalla mente.
Solo da questo amore nasce il vero distacco e la perdita degli attaccamenti.
Se devo parlare di come sono arrivata a questo distacco è semplice: un unico desiderio sempre nella testa, ritrovare me stessa, quella vera.
Ho cercato quell’amore divino che guida ogni cosa. L’ostacolo a tutto ciò è la mente, i suoi desideri e fantasie future. Quindi ho lavorato su me stessa con la fede ferma di essere qualcosa di superiore alla mente. Quando ho visto chiaramente la Presenza e il potere dietro questa Natura Vuota, ci sono tornata con molte tecniche: sadhana e sessioni di meditazione a orari regolari.
Poi tutto viene a noi da questo, con un amore che supera ogni cosa.
Così… semplicemente accade.
Sergio: — Se anche solo per pochi secondi abbandonate ‘desiderio e avversione’, immediatamente sentirete la Presenza del puro Essere.