La mente è un software… Se programmata a sfavore della liberazione, ti tiene schiavo nella sofferenza, se programmata a favore della liberazione diventa un tapis roulant che ti porta al Sé senza che devi fare molto.
La mente determina la tua percezione del mondo e come ti senti. I Grandi Maestri usavano il pensiero positivo. Ma dovremmo chiamarlo il ‘pensiero divino’ perché c’è una differenza dal ‘pensiero positivo’. Quest’ultimo è in genere a servizio dell’ego: per star meglio, avere successo ecc., mente l’altro è al servizio di Dio, della Realizzazione.
Prendiamo il caso di M. G., sempre cupa, ossessionata da pensieri di fallimenti, miseria in senso lato, angosce ansie ecc. Se vi ricordate aveva un eccellente assorbimento, ma nel film dell’horror dei pensieri della sua mente. Uno può morire di questo.
Non c’e bisogno di spendere ore di estenuante mind clearing. Una persona come M. dovrebbe riprogrammare la sua mente ringraziando continuamente Dio per tutto quello che le dà. TUTTO, bello e brutto, e rilevando il bello in tutto: “Grazia Dio per tutta la bellezza che mi dai!”. Qui voi vedete subito se avete un aspirante maturo, meritevole, perché lui dovrà perdurare a lungo prima che la mente si riprogrammi e agisca in automatico.
E per chi si sente minacciato, sfortunato, incapace, minacciato dalla vita, che ha difficoltà ad abbandonarsi… che pensiero divino suggerireste per riprogrammare la sua mente?
Di seguito un passo tratto da “Il Vangelo di Sri Ramakrishna”:
“Un discepolo: Ma come si può salvare un uomo del mondo? Non c’è aiuto per lui?
Sri Ramakrishna: Certamente. Che egli cerchi la compagnia dei santi. Che di tanto in tanto lasci la sua famiglia e vada in ritiro a meditare sul Signore. Che egli pratichi la discriminazione. Che preghi sinceramente la Madre Divina: «O Madre, concedimi amore e fede». Una volta che avete fede, il lavoro è fatto. In verità, non c’è niente più grande della fede.
(A Kedar): Devi aver sentito parlare del potere della Fede. Ramachandra era Dio incarnato; tu sai che egli dovette costruire un ponte sul mare (tra l’India e Ceylon). Ma Hanuman, il grande amante del Signore, aveva una fede infinita nel potere del Suo Nome. Ripetendo quel nome egli si trovò subito dall’altra parte. Vedete, qui, per mostrare il potere della fede, lo stesso Signore dovette costruire un ponte, mentre il devoto che aveva fede nel Suo Nome non ebbe bisogno d’alcun ponte per attraversare il mare (il Maestro e i discepoli ridono).
Un altro devoto scrisse il nome di Rama su una foglia e la diede a un uomo che voleva attraversare il mare, dicendo: «Non temere, amico, abbi fede e cammina sugli abissi. Ma bada a non mostrare mancanza di fede, perché allora annegherai». L’uomo aveva legato la foglia nelle pieghe del suo vestito. Cominciò a camminare sul mare; ma mentre andava fu preso dal desiderio di guardare lo scritto. Tirò fuori la foglia e vi lesse, scritto largo, il nome di Rama (Dio). Allora pensò tra sé: «Solo il nome di Rama! Tutto qui?». E nell’istante in cui perse la fede andò sott’acqua!
Se uno ha semplicemente fede nel Signore, e dipende da essa, egli raggiungerà la salvezza anche se avesse commesso il peggiore dei peccati: l’assassinio di brahmini, di donne, ecc. Che dica soltanto: «Signore, non lo farò più», e ripeta il Suo santo Nome.
E il Maestro cantò:
Fammi morire, o Madre, col Tuo santo Nome sulle labbra.
Allora vedrò se alla fine Tu mi darai o no la liberazione.
Col Tuo nome sulle labbra, non m’importa se ho ucciso santi, donne o bambini nel grembo delle loro madri!
Non m’importa se sono stato colpevole di bere vino! I miei peccati non mi turbano nemmeno un istante!
Invero, pronunciando il Tuo Nome, io posso aspirare allo stesso trono di Colui che Tu hai nominato Creatore dell’universo”.
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Nella biografia di Sri Lahiri Mahasaya che un passo in cui il grande Guru insegna a Sri Yukteswar (suo discepolo e in seguito maestro di Yogananda) questo ‘supremo’ mind clearing. Un giorno di ce a Yukteswar (che ovviamente aveva una gran fede nel suo Guru): “Non ti vedo in buona salute, mi sembri debole. In queste condizioni c’è il rischio di ammalarsi”. Yukteswar cominciò ad ammalarsi. Dopo un po’ Mahasaya gli disse “Ah, finalmente ti vedo in ottima salute. Sei guarito, ne sono contento”. Yukteswar guarì. Allora Mahasaya gli disse “Ti vedo di nuovo malato…”. E Yukteswar si riammalò. Dopo un po’ di questo gioco Mahasaya rivelò a Yukteswar il suo insegnamento: “Quello che pensi quello si realizza nel sogno di maya”. Bellissimo!!!
Ricordate? Anche Papaji dice la stessa cosa, perciò conclude: “Pensate solo di realizzare la Liberazione e avrete la Liberazione!”. Posso testimoniare che per Fabrizio, Marco e Roberta è stato così. Era l’unico obbiettivo su cui era focalizzata la loro mente.
Alla fine arrivate all’equanimità del Sé. Equanimità significa: no attaccamento no avversione. La vostra persona soffre, e voi state nell’equanimità del Sé… Sapete cosa succede? La persona muore e rimane solo il Sé.