il senso di essere

Studente: — Posso offrire solo la mia determinazione e il mio desiderio sincero di liberazione. Infatti, a parte anni di letture, consultazione del blog e interesse personale, a mancarmi sono proprio le basi e gli strumenti a cui affidarmi, a partire dai primi passi, soprattutto per quanto concerne la meditazione. Intanto grazie per prendere in considerazione la mia richiesta, rimango in attesa di una gentile risposta.

Marco Mineo — L’unico ‘strumento’ è il senso di essere. Puoi sentirlo proprio ora mentre stai leggendo. Dimora in esso, e comunicami cosa provi.

S. — Intuisco grande serenità, silenzio, benessere e provo un piacevolissimo effetto ‘ralenty’. Poi mi trovo a fare i conti con un corpo e soprattutto una mente con i loro fastidi, ansie e mille immagini che scorrono… Difficile trattenere “il senso di essere”. Cerco di sperimentarlo ogni giorno, quando decido di fermarmi, appoggiandomi ad esso, ma tutto sembra coalizzarsi per farlo scivolar via.

M. — Bene. Devi notare in che modo precisamente arriva questo ‘trovarsi a fare i conti con un corpo e una mente’. Trattieni il senso di essere non solo quando decidi di fermarti ma anche durante l’attività.

S. — Non ho ben chiaro il meccanismo di come precisamente arrivi tutto ciò. Come porsi in questa indagine?”

M. — Attraverso l’osservazione. Che tipo di osservazione? NON COINVOLTA. Cos’è che attiva il coinvolgimento facendo perdere la pura osservazione? L’attaccamento/avversione a ciò che passa.
Risali all’Origine, senti: “da dove viene, a Chi appare ciò?”.

S. — Si cresce considerandosi una mente in un corpo in un mondo, come spezzare la trappola?

M. — Partendo esattamente da dove si è. In ogni istante abbiamo a disposizione la porta per uscire dall’illusione ed è il semplice senso di esistere. Con la pratica si dissocerà dall’illusione. Non sarai più questo o quello, sarai e basta. Questo ‘Essere e basta’ è intrinsecamente Silenzio-Consapevolezza-Beatitudine!