— Ancora mi stupisco, anche se proprio non dovrei, dei legami sottili che si sono creati fra noi del sangha – che a volte neanche ci conosciamo di persona – e fra noi e te. Questi ultimi giorni sono stati particolarmente difficili in un periodo difficile da mesi. Ho temuto di non farcela. Ieri sera ho avuto per ore una tachicardia fortissima, a un certo punto ho pensato di dover chiamare un medico, non l’ho fatto per non spaventare i bambini. Alla fine, era già piuttosto tardi, mi sono seduta a meditare, nel giro di poco il cuore si è calmato, anche se quando si ‘sposta’ lo sento sempre mentre batte. Sono entrata in quello Spazio sottile in cui mi trovo da qualche tempo quando medito sentendo un fortissimo desiderio di resa, a cui non ho avuto nessuna voglia di oppormi. Quando mi è sembrato di perdere la concentrazione e ho tentato di riprendere l’intento mi si è manifestato cosa è successo: IO NON MI TROVO PIÙ. L’istruzione “porta tutta la tua attenzione all’IO” non funziona più, fare un passo indietro per trovarsi nel Sé, perché non c’è più un IO dove andare a dimorare. C’è solo questo Vuoto che non è bello e non è brutto, non è agitazione e neppure pace. Non avrei trovato modo migliore per esprimere la percezione di ieri sera se non come Vuoto gentile che mette a posto ogni cosa…
Il mio modo di vedere il mondo, quando apro gli occhi, non lo trovo cambiato. Però è come se qualcosa si fosse girato e raddrizzato.
— Sono felicissimo per te! Cambierà anche il mondo e il modo di vederlo.