— Ho fatto delle diadi e ti scrivo qualcosa che continua a risuonare: “l’orrore della sicurezza del pensiero”.
— Cosa vuoi dire?
— Che il pensiero quando sorge è così certo della sua esistenza e della giustezza del suo assunto…
— Ah, ho capito! Poi la situazione si capovolge. Quello che avviene fuori da Turiya (l’autoconoscenza del Sé), incluso il pensiero, non riveste più grande importanza. In altre parole ciò che chiamiamo maya è realmente vissuto come illusione.
Tale premessa induce uno stato di grande abbandono, che è il letto su cui può distendersi lo stato naturale, il sahaja samadhi.
Poi non c’è più niente fuori dal Sé…