Non sono mai stato un fan delle relazioni personali.
Sin da piccolo ho sempre preferito le poche amicizie intime, dove si poteva avere una comunicazione profonda, e rifuggito le comitive. Da metà degli anni ’80 ho seguito intensamente gli ‘Intensivi di Illuminazione’, né avrò fatti ben più di 100, tra quelli a cui ho partecipato (anche di 21 giorni) e quelli che ho guidato… Tornando alla mia riluttanza o idiosincrasia, quando arrivava alla fine dell’Intensivo, come si concludeva il discorso del maestro, la gente si alzava e c’erano dei grandi abbracci: PER ME ERA UNO SHOCK!!!
L’Intensivo è geniale. Tu non sei mai solo, mediti in coppia con un altro, ma l’altro nella diade non è una persona, è una coscienza, e tu sei continuamente a cuore aperto, il meglio che puoi, con un’altra coscienza; perciò la diade è ‘coscienza e cuore’ di fronte a un’altra ‘coscienza e cuore’. Sei sempre in relazione, e questo non ti fa cadere nella mente, ma dove lo trovi l’altro??? Ci provi a trovarlo il primo giorno, e così vuoti la mente, che è fatta di tutto quello che non ha funzionato con l’altro, ma il secondo giorno non ce la fai. E allora finisci per trovarti in un momento di silenzio (mente turn off), occhi negli occhi (coscienza nella coscienza), cuore nel cuore (l’amore, l’unificatore per eccellenza) e l’atro ti scompare sotto gli occhi come in un film fantasy, e sei nel samadhi, nell’Unità!
Bene, quando finiva il discorso conclusivo del maestro e tutti scattavano solleciti per darsi a grandi abbracci, io scappavo! Per me era uno shock! Era uno shoccante vedere il ‘puro altro’, il Sé, trasformarsi d’improvviso nella persona, e cioè in mente-corpo, i due furfanti che rubano la vita al Sé, che è la VERA UNICA VITA. Per me era come vedere un film dell’horror dove al calar del sole gli zombi (personalità, mente-corpo) risorgono dalle loro tombe. Me ne scappavo! Qualcuno suggeriva che avessi dei problemi psicologici. Ne avevo, ma non ho mai rimpianto quel comportamento e, a fine Ritiri, scappo ancora oggi da quegli abbracci.
La persona, chi crede di essere una persona, è una violenza implicita, perché spinge su di te le proprie proiezioni, forzandoti ad essere una persona; guardando come ti muovi, cosa fai, cosa dici, quanti peli hai sul naso – per non citare parti anatomiche meno nobili. Una vera barba!!!
Non manco di grandi slanci verso il ‘Vero Altro’, di amore e generosità disinteressata, ma la mia struttura psicofisica è un po’ da orso, a volte ruvida. Dopo 8 anni di isolamento (dal 2008) sono diventato anche irascibile. Nel sangha o avuto dei problemi per questo. Alcuni hanno detto che ero aggressivo, che mancavo di essere amorevole ed altre amenità, e se ne sono andarti offesi. Non credo che siano andati troppo lontani, non perché si sono allontanati da Sergio, ma perché con quella visione egoica non si fa molta strada sul sentiero spirituale. A quelli che non si sono soffermati sulle mie caratteristiche personali ho potuto mostrare il mio amore, e loro hanno fatto grandi progressi; non perché sono stati vicini a Sergio, ma perché sono stati vicini al Sé!
Comunque, dopo tante beghe nel sangha ho cercato di controllarmi… Ma ogni tanto sento tanto il desiderio di mandare a stendere qualche ego…
Marco Mineo: — Non sai quanto mi risuona. Non voglio essere utopico ma se un giorno sarà più diffusa l’attenzione al Sé invece dell’attenzione alla PERSONA… voglio vedere quel mondo! Ho tanto desiderato che ‘gli altri’ non dessero importanza alle mie discrasie personali fisiche e mentali, e vedessero lo stesso Sé in tutto e tutti.
Sergio: — Sì, è una ‘disfunzione’ della nostra razza