Le esperienze dirette vanno attraverso 4 fasi:
1. All’inizio l’aspirante le ha e non se ne accorge nemmeno.
2. Nella seconda fase se ne accorge ma non è consapevole del momento non duale, la sua attenzione è attratta solo da quello che la mente realizza dopo l’esperienza diretta. Sono le esperienze dei patriarchi del vecchio testamento che erano a un livello piuttosto bassuccio. Lui vive che è uno con Dio, la stessa cosa, ma quando esce la mente gli dice “Io sono il figlio di Dio” che è già una cosa ben diversa, è il punto di vista di un ego, anche se spirituale. Più tardi le sue credenze gli lasciano il ricordo della realizzazione che solo il suo popolo è figlio di Dio mentre gli altri non lo sono. Ora siamo lontanissimi da quello che ha realmente vissuto.
3. Nella terza fase è consapevole del momento non duale, ma la sua identificazione con la mente lo fa sentire ancora attratto verso ciò che la mente ha realizzato dopo.
4. Nella quarta fase il suo distacco dalla mente fa sì che la mente non si agita più a trovare interpretazioni dopo l’esperienza diretta, e lui rimane appoggiato a quella pace silente senza domande né risposte.