Meditazione è rimanere fermi su un solo pensiero [nell’autoindagine è il senso dell’io, o di Essere]. Quel singolo pensiero tiene lontani tutti gli altri pensieri.
La distrazione della mente è il segno della sua debolezza. Attraverso la costante meditazione la mente acquista forza, il che significa che la debolezza del pensiero fugace dà spazio un durevole sfondo privo di pensieri.
Questa espansione priva di pensiero è il Sé. La mente pura è il Sé [i buddisti chiamano lo stato naturale ‘la natura della mente’].
[da ‘Sii Ciò Che Sei’]
La differenza tra gli stati di sonno, sogno, veglia, nascita, morte, immaginazione, identificazione ecc. è dovuta alla mente. La Realtà, il Sé, è questa presenza autoconsapevole, costante e immutabile, che il movimento continuo di identificazione coi pensieri offusca. I pensieri non sono di per sé distrattivi, così come potete leggere in un parco incuranti delle attività che si svolgono intorno a voi.
Questo significa che è il vostro credere alla ‘realità’ della continua fioritura di immagini nella mente, e di ricordi, e di emozioni ecc., alle apparenti differenze tra gli stati di veglia, sonno e sogno, all’apparire del corpo e di ciò che gli appare intorno… è questo vostro credere a tutto questo che ostacola la realizzazione del Sé.
La vostra attenzione va costantemente ai mutevoli fenomeni che vi appaiono e non notate lo sfondo immobile dell’autoconsapevolezza, che è il vero VOI, il Sé. Questo ‘credere’ viene chiamato identificazione o ignoranza.
Solo quando comprenderete profondamente che tutta questa apparente fenomenalità ‘non è reale’ (che non a casa è il nome di questo sito web), la realizzazione del Sé diventa possibile. Nisargadatta racconta che in lui tale comprensione era diventata così forte, che non appena appariva qualche fenomeno alla sua coscienza sentiva emergere forte dentro di sé l’affermazione “Questo non io”.
Prima di tale profonda comprensione sono possibili solo temporanee esperienze dirette. Voi dite “Oh che bello! Sono tutto, e sono anche niente, sono puro amore, sono puro Essere-Consapevolezza, sono eterno, immutabile, sono non-azione…”. Due ore di gioia e poi tornate immediatamente a rotolarvi nell’identificazione con ogni fremito della mente. Un giochetto piuttosto masochistico… Volete veramente aspettare che sia il dolore a far maturare la vostra saggezza?
Quando maturate la comprensione che non è reale e persistete nell’assorbimento nel Sé, allora come prima eravate abituati a coinvolgervi coi pensieri, così ora siete abituati a stare immersi nel Sé. In un primo momento il contatto col Sé avviene in una dinamica duale di soggetto-oggetto; poi diventate il Sé, lo sfondo immutabile dell’autoconsapevolezza, e quando la vostra persona parla, noterete che c’è qualcuno, che non siete voi, che parla. Voi siete il Divino stesso.