In attesa di un resoconto più dettagliato sul Ritiro Lungo, ti racconto cosa è successo ieri sera.
Mi sono seduta a meditare un poco – i dieci minuti di quando sono a casa, sempre quelli –prima di andare a dormire. Sono scivolata ‘dentro’ con la stessa naturalezza con cui accadeva al Ritiro. Ad un certo punto ho sentito come un movimento, uno spostamento. lo chiamo così perché non saprei dirlo diversamente; sto imparando a riconoscerlo, quando lo avverto so che succede qualcosa di nuovo per me. Apro gli occhi e la sensazione di Presenza non mi abbandona. Mi sono alzata, preparata e sono andata a dormire sempre avvertendo leggermente questa sensazione. Quando mi sono sdraiata ho di nuovo sentito un movimento, ho precisamente avvertito che qualcosa ‘arrivava’; mi era già capitato mesi fa e mi aveva spaventato al punto di temere che addormentandomi non mi sarei più svegliata. Questa volta, in qualche modo, sapevo di cosa si trattava. Mi sono trovata immersa in una Presenza molto intensa, che è diventata Nulla. La novità, per me, è non solo l’intensità di ciò che ho sentito, ma soprattutto il fatto che sia accaduto in modo indipendente dalla mia volontà, mi ci sono trovata dentro, non l’ho cercata io con la concentrazione e l’attenzione.
Credo che questo sia stato per me il Ritiro Lungo: ho meditato, meditato, meditato fino ad avere la sensazione di non poter proprio fare oltre, fino a che tutto, compresi la mia attenzione, il silenzio in cui sono stata immersa per giorni e il già vago senso di beatitudine che mi provocava lo starci, erano diventati così sottili da perdere ogni colore. Solo a quel punto si è manifestato ‘Ciò’ che c’è indipendentemente dal mio sforzo, come se la meditazione avesse iniziato ad avere un’eco, a risuonare anche a distanza di ore.
Sto iniziando a capire, realmente, il senso dell’abbandono, in una strana altalena fra paura che non è paura, desiderio che non è desiderio, attesa che non è vuota e non è piena.