Guardate quanto è bravo a guidare il colloquio con un partecipante che probabilmente soffre di attacchi di panico. Un bellissimo passo! Bravissimo:
Partecipante: — So che se non confronto la paura non potrò mai essere libera, ma non ci riesco. Il processo del pensare è una fuga dalla paura. Mi sento in trappola, devo proprio affrontarla?
Lucille: — Il fatto stesso che stai parlando della paura dimostra che ne sei consapevole, il che a sua volta suggerisce che l’hai già affrontata. Se non l’avesse affrontata per niente non sarebbe emersa questa domanda. Tuttavia dicendo che non sei capace di affrontare la paura, mostri che hai paura di starci di fronte.
Partecipante: — Sì.
Lucille: — Ecco, l’hai appena affrontata! Poco prima di dire “Sì”, l’hai affrontata. Per accettare la paura tu devi prima diventare consapevole che hai paura di cancellarla e diventare consapevole che l’hai affrontata in una certa misura. Non ti viene richiesto di affrontarla subito nella sua totalità, in questo momento. La prossima volta andrai un po’ più in profondità.
Partecipante: — Una cosa è affrontarla, altra cosa è avere la capacità di agire sulla paura. La paura mi blocca in molte cose. Posso affrontarla, ma non riesco a fare il salto.
Lucille: — Vuoi essere libera dalla paura o vuoi stare bene? All’inizio non starai bene.
Noi diciamo: “Mi sento male ‘perché’… ‘perché’… ‘perché’…”. È possibile sentirsi soltanto male senza ‘perché’?
Partecipante: — Forse.
Lucille: — Ecco, questo è ciò che io chiamo ‘stare di fronte alla paura’. Basta togliere il ‘perché’, stare soltanto male. Quando arriva la paura, si presenta una sensazione nel corpo, ha un aspetto fisico, non sta solo nella testa. Allora tu cominci a girare in tondo a cercare nella mente le ragioni della paura. Ma è importante accogliere la totalità della situazione, incluse le sensazioni del corpo. Devi solo vivere la paura, o la rabbia, o quello che è… senza scappare e senza cercare spiegazioni nella mente. Resta con quello stato; non solo coi pensieri, ma anche coi sentimenti. Contempla tutti i pensieri, sensazioni e sentimenti come se contemplassi un paesaggio o di un dipinto. Alcuni dipinti non sono gradevoli, ma li si può contemplare.
Partecipante: — Penso che stai parlando da un livello dove sei consapevole della tua vera natura, ma finché io penso di essere una mente e un corpo non sono in grado di fare quello che dici. La paura è molto reale e i processi di pensiero sono concepiti per evitarla. La paura si basa sul fatto che sono un corpo e una mente. Non riesco a fare quello che mi dici.
Lucille: — Questo è vero, non si può fare fin quando pensi di essere la mente e il corpo. Ma tu non sempre pensi di essere la mente e il corpo. C’è una certa libertà. Quando non pensi: “Io sono la mente e il corpo”, c’è spazio per stare di fronte alla paura. Quando pensi: “Io sono la mente e il corpo”, sei solo quello. Non condannare te stessa all’ignoranza pensando: “Io sono sempre la mente e il corpo”! A volte questo pensiero si presenta… Va bene, e allora? Ma nello spazio tra questi pensieri non sei la mente e il corpo. Tu sei quello che sei. Chiediti: “Quando non sto pensando di essere la mente e il corpo, sono la mente e il corpo?”
Partecipante: — Questa domanda nasce dalla mente, credo sia lì; si tratta di un pensiero.
Lucille: — Quando non pensi, dov’è la mente?
Partecipante: — Io penso sempre.
Quando tu senti, ascolti, percepisci, e tra i pensieri e le percezioni, tu non pensi; perciò non pensi per tutto il tempo. Hai sentito queste parole e hai detto: “Io penso sempre”, ma prima di parlare hai dovuto sentire per capire ciò che ti veniva detto. In questo momento tu stai ascoltando, per ascoltare non puoi pensare; pensi dopo e pensi prima. La disposizione che hai quando ascolti queste parole è di non pensare. Stai ascoltando, e questo è apertura. Tu puoi sviluppare questo disposizione e rimanere aperta anche quando nessuno ti parla.
Partecipante: — Come si fa?
Lucille: — Anzitutto diventa consapevole di questi momenti in cui non pensi: ci sono molti momenti in cui sei aperta, ascolti, senti e percepisci. Una volta che li hai riconosciuto, non crederai più di essere continuamente sotto l’incantesimo del pensiero. Cancellerai questa falsa convinzione, perché non è niente di più che una credenza; non è la tua esperienza. Quindi noterai sempre di più questi momenti e acquisterai sempre più familiarità con loro. E poi sarai solo presente, presente a te stessa, presente a tutto ciò che appare e non appare. Sii semplicemente aperta.
Questi momenti sono senza paura. Dobbiamo far sì che la nostra apertura sia completa in questi momenti; non solo aperti intellettualmente ma a tutti i livelli: a livello intuitivo, di sensazioni del corpo e di percezioni. All’inizio è spaventoso, perché è come lasciare tutti i tipi di oggetti pseudo-rassicuranti, lasciare andare in qualche modo le nostre fondamenta. È come essere in aria senza l’aiuto di oggetti.
Però ci abituiamo presto. E poi scopriamo che quello è uno stato di libertà. E più avanti scopriamo che è uno stato di felicità, e a un certo punto scopriamo anche che è il nostro stato naturale. In altri termini, quando noi siamo questa apertura, non stiamo facendo nessuno sforzo, siamo così come siamo, siamo ciò che siamo.