La luce della consapevolezza si espande sempre di più. Abbraccia lo stato di sogno dove non c’è più né la persona né il film. Ciò che chiedo notte dopo notte si disvela. Più mi affido, più la mente molla la presa. Si aprono spiragli dove prima tutto era compresso, e da lì la luce penetra in profondità e illumina ciò che, per proteggermi dal dolore, era rimasto nascosto. Emerge l’angoscia per un dolore mai confrontato, e prepotente mi toglie il respiro e mi spezza il petto… E ora lo sento quel grido e quel pianto che non è uscito quando avevo otto anni. Sei il benvenuto! Stai con me, attraversami, affinché possa finalmente guardarti negli occhi. E brucia, continua a bruciare fin quando di ciò che io non sono non resterà più nulla.
A.