Sono appena tornato dal Ritiro. Durante una delle prime diadi, dopo aver ricevuto il koan ‘porta l’attenzione all’io’, ho chiuso gli occhi e come in genere mi accade ho visto tutto nero, uno sfondo nero. Di solito era un momento di crisi e confusione, perché cercavo di partire da lì per lasciare emergere e essere presente a contenuti mentali o percezioni provenienti da fuori, ecc… ma per fare questo mi ostinavo a voler cambiare o aggirare o eliminare quello sfondo scuro, facendo il doppio errore di considerare quello sfondo nero come mio ‘io’ e di volerlo anche correggere o cambiare perché effettivamente quello sfondo nero non è che fosse un granché di io-soggetto indagante Dato che ci rimanevo inchiodato sforzandomi inutilmente di togliermelo dai piedi per poter ‘vedere’ qualcosa da percepire dietro di esso. Poi, in quella diade di martedì, la scoperta dell’acqua calda: quello sfondo nero ERA SOLO UN OGGETTO della mia indagine!… È bastato fare un piccolo passo indietro e guardarlo così com’era e percepirlo come percepivo altri rumori, voci e suoni di quel momento e tutto si è messo a posto. Le voci non mi davano più fastidio e i rumori non disturbavano: ho avuto una specie di sobbalzo… e una gioia che mi ha provocato le lacrime, una gioia dovuta al sollievo dalla fatica spesa a cercare di correggere le cose.
Effettivamente, come ha scritto il nostro maestro, quello sfondo nero era un’impressione mentale. Poi questa ‘cognition’ ha avuto degli alti e bassi durante il Ritiro, ma mi è rimasta come stella polare.
Per ora: Grazie Ritiro! Grazie Renato e Roberta.