— Scusa non ho capito una cosa. Mi è chiaro che non avendo ancora avuto esperienze dirette non so bene ancora cosa cercare, ma in questo cercare per il momento uso come riferimento l’esperienza di Presenza che ho durante la meditazione profonda, oppure no? E quella la guida che mi porterà ad intercettare l’apertura?
— No. Dimentica l’esperienza diretta. Per imparare la tecnica che ti porterà all’esperienza diretta non è affatto richiesta l’esperienza diretta.
Tu devi con il senso duale del ‘sentire’ individuare la presenza. L’hai già individuata. Io ti avevo detto l’io o l’essere, ma tu hai individuato la presenza.
La Presenza è il testimone, solo che è meno connotata come qualcuno che testimonia. Perciò è persino più usata come Soggetto ultimo. Se hai letto Longchenpa, avrai visto che si riferisce totalmente alla Presenza consapevole.
Come si fa le tecnica?
CHIUDI GLI OCCHI E CERCA QUESTA PRESENZA DENTRO DI TE.
Cosa succede nella tua fase iniziale? Sguscia: una volta si presenta in un modo, una volta si presenta in un altro modo (le hai cambiato nome almeno 2 volte), una volta non la trovi, una volta è una presenza personale ecc. ecc.
Quando la trovi, non importa come sia, può essere anche ‘Io sono S.’, dimora là.
Perché non ci curiamo se sia la presenza giusta o la presenza di tua sorella, e prendiamo quel che troviamo come presenza?
Perché il dimorare purifica le ‘aberrazioni ottiche’ e gradualmente farà risaltare la vera Presenza senza alcun dubbio.
In altre parole la tecnica è cumulativa (più la fai e più vai avanti nel bruciare le falsità che ti separano dall’obbiettivo) e autocorrettiva.
Perché è autocorrettiva?
Perché ci sei solo TU! e quindi quando guardi quello che c’è, gradualmente le cose false si dissolvono e quelle vere, anzi ‘Quella vera’ rimane!
Il problema tuo e che vuoi imbroccare il metodo giusto con l’intelligenza. È comprensibile se fosse un lavoro intelligente: ma è un lavoro da MULI !!!!!!!
Perciò deponi ogni intelligenza e rompiti la testa a cercare questa Presenza, come un MULO…