— Leggo di crisi, buchi neri, e sicuramente mi dispiace per quegli aspiranti, anche se tu dici che è un segnale che si sta lavorando seriamente.
Per me è esattamente l’opposto: meditazioni piacevoli, ieri avevo per diverse ore un senso di felicità che mi invadeva il corpo senza motivo ed in linea generale un periodo della mia vita molto felice tanto che non so nemmeno cosa scriverti.
Mi chiedo però a questo punto: ma sto facendo le cose bene oppure mi sto in qualche modo trattenendo per non affrontarle? Terzo occhio niente crisi, autoindagine niente crisi. Come la vedi?
— Te l’ho scritto dall’inizio: tu sei sattvico. La pratica spirituale ti riesce facile, senza barriere significative. Tanto che l’unico problema, se non hai maturato karmicamente una forte determinazione ad andare fino in fondo, fino a Manonasa, e che potresti a un certo punto distrarti e interrompere la pratica. Ricordi che te l’avevo detto?
Non essendoci barriere, dimori nella Presenza e stai bene, e quello a un certo punto diventerà il tuo stato naturale. Però devi continuare a scrivermi, perché siamo comunque all’inizio dell’autoindagine e in questa fase è necessario monitorarla, anche un piccolo cambiamento può essere importante.
Aggiungi questo al tuo dimorare: ogni tanto fai un intento di diventare UNO con la Presenza, di fonderti con Essa. Dev’essere dolce, per non riattivare la mente; può essere lungo: un intento prolungato. Questo per darti l’esperienza di brevi samadhi, di esperienze dirette. L’idea è: short times repeated many times, brevi momenti ripetuti molte volte fino a dar luogo a uno stato unitivo più lungo, e infine ininterrotto.
Però devi scrivermi e farmi sapere come va.