— Quale consiglio daresti a chi pratica l’autoindagine.
— Devi innamorarti dell’IO.
Certo all’inizio l’IO si confonde con l’io personale, l’ego, ma scandagliandolo bene si vedrà che l’IO è l’eterno Essere-Consapevolezza in ciascuno di noi, è Ishvara.
Poi devi sviluppare una personalità autonoma. Se hai una personalità che dipende dagli altri, nella tua coscienza gli altri saranno in primo piano rispetto all’IO, e tutta la tua attenzione andrà sprecata nell’illusoria relazione con gli altri.
— Questo non può condurre all’egoismo?
— Osserva bene, i grandi Santi hanno ’tutti’ avuto un carattere molto autonomo, risoluto e indipendente ma ciò non ha impedito loro di amare, anzi… È perché il Vero Amore non passa da un altro a un altro: non c’è nessun ‘altro’, l’altro è un’identità della mente, c’è solo l’IO, il Sé. Il Vero Amore passa dal Sé al Sé, ed è ontologicamente intrinseco all’Essere, è al di fuori del sogno illusorio della creazione fenomenica fatta di innumerevoli oggetti e individui.
Poi, per avere l’IO in primo piano, devi far voto di Silenzio. Non sto dicendo che devi smettere di parlare; se hai famiglia, studi o lavori non puoi farlo. Ma spesso parliamo mentalmente con gli altri anche quando siamo da soli. È lì che devi fare voto di silenzio. Allora rimane solo l’IO. E diventa una passione, proprio come incontrarsi con il più desiderato dei fidanzati o fidanzate. E allora è fatta.
Se un aspirante che ha già delle esperienze dirette fa questo, diventa stabile nel Sé.