Ciao Marco.
Ho praticato autoindagine con il koan ‘stai nell’osservare’.
Non è profondo come quando pratichiamo insieme, ma ti racconto com’è andata.
Inizio con una postura comoda e subito sento meno il corpo, poi appena chiudo gli occhi non ci sono più immagini e percepisco un nulla, e mi metto in osservazione. La mia mente comincia a fare una discussione tanto inutile quanto sterile con una persona che neanche è presente in questo momento nella mia vita.
Osservo e mi infastidisco, il corpo si irrigidisce.
Ricomincio tutto da capo, e ricomincia di nuovo la discussione…
Sono stanca, sento inutile il lavoro di oggi, e mi chiedo perché faccio così.
Improvvisamente divento ‘io’ tutto il percepito, in qualsiasi forma. Ogni persona presente nella mia vita sono ‘io’, ogni situazione sono ‘io’. ‘Io sono’ quando sono sveglia e quando dormo e quando sogno: ‘sono io’.
Capisco che se vivo altre esperienze che sento separate da me è a causa di uno stato di coscienza che non mi permette di fondermi col tutto. E forse questo serve per proteggere l’equilibrio dell’individuo!