Domanda: Qual è la via dell’indagine per comprendere la natura della mente?.
Maharshi: Quello che sorge come ‘io’ nel corpo è la mente. Se si indaga su dov’è che nel corpo l’io appare prima, si scopre che sorge nel cuore. Quello è il luogo in cui ha origine la mente. Anche se si pensa di continuo: io – io – io… si viene condotti in quel luogo. Tra tutti i pensieri che sorgono nella mente, il pensiero ‘io’ è il primo a presentarsi. È solo dopo il suo sorgere che emergono gli altri pensieri. È dopo la comparsa del primo pronome personale ‘io’ che appaiono la seconda e la terza prona ‘tu’ ‘lui’. Senza la prima persona non ci sarebbero la seconda e la terza.
D: Come si acquieta la mente?
M: Domandandosi ‘Chi sono io?’. Il pensiero ‘Chi sono io?’ distruggerà ogni altro pensiero e, come il ramoscello che si usa per attizzare il fuoco, finirà anch’esso distrutto. E così sorgerà la realizzazione del Sé.
D: Qual è il modo per persistere nel pensiero ‘Chi sono io?’
M: Se sorgono altri pensieri, non li si deve seguire ma ci si deve domandare ‘A chi vengono questi pensieri?’. Non importa quanti pensieri sorgano, al nascere di ogni pensiero ci si deve chiedere con diligenza ‘A chi è sorto questo pensiero?’. Emergerà la risposta ‘A me’. Quindi, quando ci si domanda ‘Chi sono io?’, la mente torna al luogo in cui sorge e il pensiero che era apparso si acquieta. Ripetendo questo tipo di pratica la mente sviluppa la capacità di restare là dove essa sorge. [da ‘Chi Sono Io?’]
In un video, Self-Enquiry, che presto apparirà sottotitolato in italiano, David Godman spiega:
Bhagavan dice che se fate tornare il vostro ‘io’ alla sorgente e lo lasciate dimorare là, allora state invocando il potere del guru, il potere del Sé. Ed è questo potere che risucchierà il vostro ‘io’ acquietato dentro la sua sorgente e che lo distruggerà.
Mediante pratica ripetuta riportare il vostro senso dell’ ‘io’ nel luogo da cui è emerso e mantenerlo là in modo tale che niente lo distragga, niente gli faccia desiderare di uscire a seguire un pensiero. Se raggiungete questo senso di ‘io’ privo di sforzi e pensieri, allora questo ‘io’ resterà a dimorare là dove nasce. Questa non è ancora la liberazione. Quando questo ‘io’ ha perso ogni spinta a uscire, quando non c’è più il dinamismo di inseguire un pensiero, allora in quel pensiero ‘io’ si rivelerà il potere del Sé, che lo assorbirà in sé stesso, distruggendolo. Quella è la liberazione.
Il vostro compito è di riportare l’ ’io’ al luogo in cui sorge e mantenercelo, e una volta che avete svolto la prima parte del compito, il potere del Sé, che agisce tramite la grazia, agguanta l’ ‘io’ e lo distrugge.