A un visitatore che chiese “Che cos’è Maya?”, Sri Ramana rispose “È il Sé”.
Quant’è diversa la visione di Bhagavan dalla fase iniziale dell’autoindagine in cui l’aspirante distingue il Sé dal non-Sé. Più ti avvicini alla Realizzazione, più ogni dualità svanisce. Così anche il sogno di Maya, la vita, gli altri esseri senzienti sono tutti il Sé, tutti l’Unica Realtà… Come può da questo non incendiarsi l’Amore Divino?
Ecco che l’Amore (Bhakti), che è il fuoco il motore di tutto, appare in primo piano anche nella via della Conoscenza (Jnana). L’aspirante a Jnana che non voglia fare ammuffire la propria sadhana in una sorta di fissata ricerca di stati illuminati, insieme all’obbiettivo di realizzare dell’identità con la pura Coscienza, deve mettere al primo posto anche l’obbiettivo di rendere il proprio amore incondizionato e assoluto.
Questa per me è la Vera Via!
Jnana e Bhakti devono essere i due pilastri su cui si basa il viaggio verso la realizzazione; entrambe smantellano l’illusione primaria: quella di credersi separati… che è anche il dolore primario. Bhagavan è stato l’esempio vivente di tale connubio; spesso i suoi visitatori commentavano “Pensavo di far visita a uno Jnani, invece ho incontrato un Bhakta”.
L’aspirante che comprende questa verità, che Jnana e Bhakti devono ardere insieme e intensamente nel proprio cuore, accelera in maniera indicibile la sadhana.
Attenzione però a non confondere Amore con ‘buonismo’. L’intenso amore verso gli altri è anzitutto una bruciante un’apertura interiore, non un comportamento stereotipato. Come si manifesti dipende dalle situazioni; potrebbe manifestarsi in una sanzione se la situazione lo richiede.
Abbi l’obbiettivo di rendere il tuo amore verso gli altri incondizionato e assoluto. Non v’è antidolorifico più potente ❤