la confusione tra risveglio e liberazione

La confusione più capziosa nella spiritualità è tra Risveglio e Liberazione.

Io chiamo risveglio l’esperienza del Sé. Questa esperienza, tuttavia, all’inizio è tutt’altro che chiara. Pensate ai patriarchi del vecchio testamento. Lui ha un’esperienza di qualche istante del Sé in cui è tutto. La sua mente però non è in grado di recepirla e dopo qualche secondo la trasforma nella comprensione “Io sono foglio di Dio”, che è una diminutio rispetto a “Io sono Tutto”. Dopo qualche minuto la mente la trasforma in: “Io e il mio popolo siamo i figli di Dio, mentre gli altri no e possiamo ammazzarli”. Quest’ultima più che diminutio è una vera e propria caduta dalla Verità.

I 10 tori dello Zen raffigurano in modo eloquente e gradevolissima questa ricerca del Risveglio. Il Sé è rappresentato dal Toro che l’aspirante cerca nella foresta (la mente). Dopo molti tentativi l’aspirante finalmente vede il Sé, ha la prima esperienza diretta, ma le fronde (la mente) gli fanno vedere solo una natica del Toro… Uno toro è una natica? Non si può certo dire che questo aspirante abbia visto la Verità…

Tuttavia, ripetute esperienze del Sé rendono sempre più chiara e forte la Verità unica e sola nei confronti di Maya, l’illusione. Ciò consente all’aspirante di confrontare parti di mente che altrimenti non sarebbe stato nemmeno in grado di vedere, perché troppo superiori alle sue capacità di confrontarle.

Da qui parte il vero processo di Liberazione che non si realizza col Risveglio ma con la totale cancellazione delle identificazioni con qualsiasi parte della mente. Una volta che la distruzione dell’identità con la mente è avvenuta c’è la Liberazione, c’è il Sé, che è l’unica cosa che È.

Quanti maestri parlano di queste fasi di purificazione? Quanti distinguono tra Risveglio e Liberazione?

Nel mio caso, a un certo punto il Sé è diventato abbastanza forte che sono iniziate delle fasi di purificazione. Queste sono avvenute come puntate a tema. La prima che ho passato, essendo anziano, ha riguardato la perdita del corpo. Sono stato sormontato da un inferno da cui non se ne vedeva uscita; questo perché le impressioni collassano tutt’in una volta, non sbiadiscono gradualmente – ecco perché si dice “è una gara a chi dura di più”. Io ero abbastanza forte e mi sono immerso in quell’inferno senza impedire niente. In realtà è durato solo tre giorni, ma quando ero dentro sembrava senza fine.

A un certo punto l’inferno è sparito; il confronto con la perdita del corpo al livello che quella crisi di purificazione includeva è stato superato. Come conseguenza è emersa una centrature nel Sé di molte volte più forte.

Poi ho avuto molto dolore per tradimenti subiti da parte di persone alle quali volevo molto bene… Di nuovo un altro inferno. In qualche modo era leggermente meno intenso di prima. Sembrava sempre interminabile, ma è durato solo due giorni, al termine dei quali è apparso il Sé bastevole a se stesso. Nessun problema col mancato amore, abbandono, non apprezzamento al livello che quella crisi di purificazione includeva (intendo dire che se mi fossi trovato sulla croce con tutta la gente introno a godere della mia agonia, ciò avrebbe comportato una crisi di disidentificazione di livello più elevato). Ne è risultata una centratura nel Sé di molte volte più forte… e così via.

In questa fase voi RISCOPRITE l’Osservatore. Per essere arrivati sin qui lo conoscevate già, sapevate che l’Osservatore è il Sé; ma ora vedete ed esperire sempre di più chiaramente che l’Osservatore, che prima vi sembrava una funzione, è il Sé, i Divino stesso: è una scoperta ed è meravigliosa! Perché è l’Osservatore che vi sostiene durante le crisi di purificazione; e fuori dalla crisi è il Sé: l’Osservatore immerso in se stesso. Egli, l’Osservatore, sperimenta la propria ineffabile purezza, che si manifesta come Silenzio. Ma questa Purezza, e Silenzio, è tutte le cose; l’io separato scompare (almeno temporaneamente) ed è il Samadhi, lo stato unitivo.

Non dovreste pensare che si tratta di crisi che passano tutti. Tutti sperimentano il dolore, ma in questo caso il dolore, la disperazione, le memorie e tutto il resto erano lasciati completamente liberi di attraversami e io vivevo tutto; nessuna resistenza da parte mia. Capite la differenza? A un certo punto questo approccio diventa naturale. Oggi parlavo con Rossella e mi raccontava che un episodio aveva risvegliato in lei tutto l’abbandono subito nella vita; e lei ha fatto la stessa cosa che ho fatto io, naturalmente, senza nemmeno pensarci.

Questa è la via alla Liberazione: più si sta nel Sé, più il Sé diventa forte; più il Sé diventa forte, più le impressioni profonde cui siamo ancora identificati hanno la possibilità di essere viste, e quindi disintegrasi nella coscienza. Quando il Sé diventa fortissimo, è sufficiente che guardi un’impressione perché questa si dissolva.

Nonostante sembri una via dolorosa, invero è bellissima!, perché il Sé troneggia sempre di più e tu perdi limitazioni e sai che ti stai veramente liberando. Non c’è niente di più bello e desiderabile!

Ma bisogna praticare, cioè: stare nel Sé e guardare IMPLACABILMENTE Medusa (la mente) negli occhi.