Sarà il Koan del Ritiro di Luglio, per chi conosce già il Sé e ha piacere di sperimentare questo tipo di meditazione.
Per me è il più profondo della seria “Ama quel che appare” perché non contiene nessun samkalpa (intenzione).
Schematizzandolo, il percorso di questo Koan conduce il meditante a rivisitare tutti gli scontri, piccoli e grandi, che ha avuto nella sua vita e trasformarli in Grazie. Senza volontà! Il solo fatto di ringraziare è l’implicito riconoscere che ciò che si è presentato è in realtà il Divino stesso, dunque la Grazie. È un mind clearing di proporzioni astronomiche: una COMPLETA CONVERSIONE del modo di vedere la propria storia e la vita.
In ultimo “Dì Grazie” è sfiorare la guancia su quella membrana di difese che separa la dualità dall’Unità, e quindi sfociare nel samadhi. Perciò non credo lo si debba cambiare durante il Ritiro.