A volte ti chiedono aiuto persone che non hanno la minima idea di cosa sia un maestro. Loro equiparano il maestro a un terapista, con un ego che ha il suo tornaconto in quello che fa; tornaconto che può essere economico, se prende soldi, oppure solo di status se non ne prende.
Invece, quando il maestro accetta qualcuno, quello è un sodalizio per l’eternità. Il maestro si prende cura di quel jiva, ed è tutto lì.
Che succede però se il maestro dice qualcosa che non piace a chi non è in grado di capire cos’è il maestro? Quello contrattacca col suo ego, perché lui vede la cosa come una battaglia tra due ego, e cerca di aver ragione. Ma se vuoi vincere come ego, che cosa sei andato a fare da un maestro spirituale? È un’antinomia… ma loro non lo capiscono.
Queste persone non sono ancora pronte al sentiero spirituale. Possono cambiare, ma fin quando non lo fanno non sono pronte ad avere una relazione con un maestro.
Io non ho un gioco nel fare il maestro spirituale. Certo è impossibile non amare se si è nel Sé, ma se non vi sono richiedenti, resto disponibile sul piano invisibile, e chi vuole può contattarmi. Rispetto gli altri, aspetto che abbiano i loro tempi.