Quando un aspirante incontra un valido maestro, questi lo accetta come figlio/a, e dato che è in grado di indicargli la strada più breve, l’aspirante, una volta superata la fase di dolore acuto che l’aveva portato a chiedere aiuto a quel maestro, può concludere che la relazione col maestro costituisca un pressing indesiderato per lui.
Il maestro, se è un buon maestro, non ha dato un pressing fuori misura, ha risposto adeguatamente alla richiesta iniziale dell’allievo, è l’allievo che ha cambiato idea…
Quindi l’allievo si distacca dal maestro e decide di praticare da borghese: si iscrive ai ritiri e seminari spirituali che decide lui, e quando torna a casa non ha nessun onere di relazione con nessun maestro.
Questa ovviamente è una delle tante fasi dell’evoluzione della coscienza in cui l’aspirante non è ancora pronto ad avere un maestro spirituale, non c’è niente da eccepire. Va ricordato però che a Dio ci si dà TOTALMENTE e INCONDIZIONATAMENTE, e che è IMPOSSIBILE per un aspirante con un tale approccio ottenga la Liberazione in quella vita.