Prima c’e il carattere che ha espresso l’ego, che vuole questo e quello e non vuole quest’altro e quell’altro. Poi l’abbandono a Dio diviene il proprio carattere.
L’abbandono a Dio si poggia sull’assoluta fiducia che Dio si sta occupando di noi per offrirci il massimo, e che tutto quello che avverrà dalla vita è il sommo bene che Dio ci sta mandando. Questa fiducia deve diventare così intrinseca che non c’è nemmeno bisogno di ricordarla, allora si trasforma in abbandono al Divino.
Quando questo abbandono diventa completo, come in Sri Ramana Maharshi, non ci interessa più cosa accade alla nostra persona; siamo rapiti dalla continua contemplazione dell’amore di Dio.
Se però nella mente vi sono ancora delle identità che vogliono realizzare loro scopi, se tali scopi incontrano ostacoli vi sarà crisi e dolore. In tal caso non bisogna far niente; lasciate che il dolore faccia il proprio corso ed elimini le identità mentali e i loro scopi. Dopo tale purificazione ritornerà l’abbandono.