Anche se aveva pochissimo tempo per preparare a casa il suo lavoro del dipartimento di polizia, quest’ultimo non ne venne mai inficiato, tanto che l’amministrazione di polizia gli tributò calorosi riconoscimenti per il suo ruolo esemplare di ispettore procuratore, anche durante il periodo della sua intensissima sadhana – Sri Atmananda dormiva solo 4 ore e si svegliava alle 3 di notte per la pratica spirituale, in più a volte la moglie lo doveva lavare e nutrire perché era in stati di trascendenza con poca coscienza del corpo. Ciò dimostra all’osservatore ragionevole che i legittimi doveri del mondo fenomenico non sono mai un ostacolo per un serio aspirante spirituale.
Molti anni dopo (nel 1949), Sir S. Radhakrishnan intervistò Sri Atmananda. Durante l’intervista chiese per curiosità: “Signore, è vero che lei completò tutta la sua sadhana spirituale mentre lavorava al dipartimento di polizia?”.
Sri Atmananda rispose prontamente: “Sì, è assolutamente vero. E parlo seriamente quando dico che se qualcuno mi chiedesse sulla vocazione e la professione più adatta al progresso spirituale, raccomanderei sempre la polizia o i militari, perché offrono i massimi ostacoli e tentazioni. Il successo ottenuto in tali condizioni è definitivo e irreversibile”.