Sri Atmananda è un maestro del cosiddetto ‘ragionamento superiore’. È capace di portarti a vedere il Sé attraverso l’analisi discriminativa. ‘Vedere il Sé’ è un livello superiore al testimone.
Io non sono abituato a questo approccio e alcuni passi di Atma Darshana e Nirvritti mi facevano strabuzzare gli occhi… Ma non importa. Non devi riuscire a ‘vedere’ il Sé attraverso tutti i possibili percorsi del ‘ragionamento superiore’ – a meno che non sei destinato ad insegnare. Basta che te ne funzioni uno…
Sri Ramana diceva: “La mente vede il se i poi si fonde nel Sé”. Io aggiungerei la mente sattvica, cioè pura, cioè depurata di tutto il non-atma, è quella può ‘vedere il Sé’.
Tutto lo Yoga Vasistha, un testo sacro con un potere di trasmissione enorme, ha lo scopo di farti capire che il mondo, cioè il non-atma, è un’illusione, e quindi di fatelo mollare. E quando lo molli non puoi non ritrovarti di fronte al Sé, non puoi non vederlo!
Ma il “poi si fonde” di cui parla Sri Ramana può richiedere tempo e anche parecchi sforzo.
Questo perché, come ho scritto in un altro post, noi abbiamo un investimento affettivo sul mondo. Quando ci separiamo dal non-atma, non abbiamo ancora pronto un investire affettivamente sul Sé, non siamo abituati a quel tipo di relazione, siamo abituati alla relazione duale e quindi all’amore duale… Perciò l’aspirante resiste per un po’ senza investire il proprio amore su qualcosa, ma poi ritorna a investirlo sul mondo, altrimenti dopo la prima esperienza non-duale dovresti essere illuminato per sempre…
Torni ad investire sul mondo, ma un po’ di meno che prima e per meno tempo; e poi la pratica ti porta a vedere di nuovo il Sé. Piano piano (dipende dal livello dell’aspirante), con l’aiuto della sofferenza, si apre l’amore per il Sé e cominci a sentire sat-chit-ananda. Poi ti arriva l’innamoramento per il Sé (falling in love), e allora non hai più bisogno di sforzo. Prima o poi diventi Quello, l’investimento affettivo è tutto nel Sé e non torni più indietro ad essere una persona…