— Ho praticato cercando di dimorare nella Consapevolezza. Ad un certo punto è arrivata una crisi in cui mi vedevo solo, con molti problemi anche fisici, incapace di comunicare è spaventato. Il koan sul non-attaccamento ha ripreso automaticamente a lavorare. Allora sono apparsi dei ricordi relativi ad alcuni momenti in cui la vita era più interessante ed il pensiero di aver fallito, di aver sbagliato tutto, di aver sprecato molte occasioni. Poi vedevo la mia immagine nella culla e sentivo un senso di emarginazione.
—Sono tutti oggetti mentali irreali che non hanno alcun valore.
Tu parecchio da parecchio. Il tuo goal adesso è di spostare il valore che senti nel cuore e che attrae la tua attrazione sulla coscienza e sempre meno sugli oggetti sensoriali, aggiungendo ai 5 sensi anche la mente/memoria, che è considerata il senso degli oggetti sottili.
Tu poggi ancora tanto sul mondo degli oggetti. Aspetti qualcosa che ti piace e sei contento, viene qualcosa che non ti piace e sei scontento. Sai bene che così non si ottiene niente.
Il modo per favorire questa conversione è dimorando molto nella consapevolezza, e quando arriva un oggetto esterno – che sia una persona, una situazione, un oggetto fisico o un oggetto mentale come i ricordi che menzioni – dici a te stesso: “Questo è un oggetto nella coscienza fatto esso stesso di coscienza”.
In questo modo gradualmente la tensione verso gli oggetti diminuisce.
Dice Sri Ramana: “Dimorando nel Sé si può sopportare qualsiasi condizione”. Questo perché gli oggetti e gli accadimenti dei mondi sottile e fisico hanno ‘perso di valore’ e non turbano più lo jnani. Al ritiro ci alleneremo proprio a questo.
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