Il Conoscitore, il Principio-Io, non è localizzato, è dappertutto. All’inizio l’aspirante lo cerca dentro se stesso (Who is in? Chi c’è dentro?) per i motivi che ho spiegato in “questo è me” e in più perché è abituato a considerare che l’Io è nel corpo. Ciò però crea un limite che lo destina ad avere al massimo delle esperienze dirette istantanee, perché viene immediatamente disturbato dall’esterno che è considerato non-sé. Quando capisce che il Principio-Io non è localizzato ma è dappertutto (oltre ad essere anche trascendente quando l’idea di spazio sparisce e quindi sparisce il mondo), allora i suoi samadhi possono essere più lunghi perché non sarà più disturbati dall’esterno che prima rimaneva come un corpo estraneo, il non-sé, ciò che non è lui.
È l’inizio di iti-iti. Qui il conflitto cominciare a cessare ed è il punto dove è possibile il ‘reale’ abbandono. Se tu sei tutto, con chi configgere? Rimane solo l’abbandono alla Realtà chiamata anche Dio.