— Nei giorni precedenti, l’autoindagine faceva emergere il principio-io e lì dimoravo. Poi ho avuto una retrocessione ed emergono contenuti in continuazione.
— Queste continue retrocessioni significano che vi sono ancora dei concetti che impediscono al Brahman di essere se stesso. Tu sai già chi sei. Perché non riesci a contemplare ciò che sei, cioè il Brahman?
La Sorgente è stata vista, ma l’impalcatura che poggiava sulla falsità non crolla. Quand’è così sono sopravvissuti dei concetti all’indagine e stanno continuando a tenere in piedi l’irreale. Allora tu porti l’attenzione sul Brahman ma dopo un po’ i falsi concetti le impediscono di dimorarvi, allora l’attenzione si stanca perché vi è bisogno di uno sforzo continuo e cade nei contenuti della mente, come un combattente che cade nella polvere. Se invece scovi e dissolvi attraverso il ragionamento superiore i falsi concetti sopravvissuti, lo sforzo cessa e tu puoi essere in te stesso!
Quali concetti non ti permettono di contemplare il Brahman, Ciò che tu sai già di essere? Dovresti indagare questo. Forse è il concetto di ‘materia’, è ancora reale? Che cos’è per te la materia? Fai un lavoro sui concetti che mantengono in piedi la persona e impediscono al Brahman senza nascita, senza morte e senza cambiamenti di essere il vero soggetto.
Sri Ramana dice: “Se nello stato di veglia non si abbandona il Cuore [la consapevolezza di essere il Brahman], le attività mentali si placano e si contempla soltanto Brahman; questo stato è chiamato turiya. Si chiama invece turiyatita quello stato in cui l’essere individuale si fonde nel Supremo [quello che diceva Sri Anandamayi Ma nel post di ieri]”.
Prova a fare una lista di questi concetti. Quasi sicuramente nell’elenco c’è il concetto di ‘materia’, potresti cominciare a indagare quello. Ci potrebbero anche essere i concetti di ‘sforzo’, di ‘sadhana’ che continuano a farti sentire di essere l’agente, sai che a un certo punto vanno abbandonati.